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Covid, i dati sui vaccinati a sbafo: un milione di furbetti del vaccino

Franco Bechis
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C' è poco meno di un milione di italiani che risulta ufficialmente vaccinato e non si capisce proprio perché. Non appartiene al personale scolastico, non alle forze armate, alle Rsa o al personale delle strutture sanitarie. Non era nelle liste delle varie fragilità previste. Non era inserito in alcuna delle categorie previste. Ma centinaia di migliaia sono stati lo stesso vaccinati ed erano per altro fra gli ultimi ad averne bisogno. Perché 3.354 di loro avevano un'età compresa fra i 16 e i 19 anni, fascia che viene registrata dall'Istituto superiore di Sanità nei rapporti settimanali sui contagi con un indice di letalità dello 0%. Altri 105.431 risultano inspiegabilmente vaccinati nella fascia di età fra 20 e 29 anni, anche qui con una letalità dello 0%. E ancora: 172.600 vaccinati nella fascia 30-39 anni anche questa registrata con letalità dello 0%. E poi 259.932 nella fascia di età fra 40 e 49 anni che ha comunque un indice di letalità bassa sui contagi: 0,2%. Ancora: 350.600 italiani vaccinati fra i 50 e i 59 anni, dove l'indice di letalità è appena più alto: 0,6%.

Un piccolo esercito, nemmeno troppo insignificante visto che in tutto alle 19,30 di ieri sera risultavano somministrate in tutto 8.595.798 dosi dei vari vaccini a disposizione: 6.610.500 dosi di Pfizer/BioNTech, 2.474.000 dosi di AstraZeneca e 826.600 dosi di Moderna. Di tutti questi però solo 2.739.791 sono gli italiani che possiamo considerare davvero vaccinati, avendo ricevuto sia la prima che la seconda dose. Un numero piccolo. E sapere che circa un milione di italiani che non correva alcun rischio di vita- quelli all'Andrea Scanzi tanto per intenderci- senza averne urgenza né bisogno immediato, ha tolto in queste ristrettezze la dose a chi invece se prende il virus ha altissime probabilità di non farcela, è davvero il quadro più desolante che si possa dare di questo paese. Che vive ancora di furbi e raccomandati, di figli di, di prepotenti che impongono la loro precedenza agli altri. Non si sa con che faccia le Regioni ieri si siano offese per la tirata di orecchie subita il giorno prima dal premier Mario Draghi, perché fra le prime a lagnarsi sono proprio quelle come la Toscana che più responsabilità hanno nel avere fatto passare avanti i forti e i prepotenti e avere difeso poco o nulla i più fragili.

Se poi si fa un giro sugli open data delle vaccinazioni, si capisce - al di là di questo scandalo di quel milione- come la raccolta dati delle Regioni faccia acqua da tutte le parti. I dati vengono trasmessi al governo e poi spesso cambiati il giorno dopo perché zeppi di errori. Ma anche a distanza di tempo i numeri non tornano mai. Cito i numeri degli italiani-chiave, quelli che bisognava salvare prima di tutti dal virus che per loro è altamente letale: gli over 80. Se si seguono le fasce di età vaccinate, risultano vaccinati 2.332.287 italiani fra gli 80 e gli 89 anni e 618.122 italiani con più di 90 anni. In tutto dunque poco meno di Ma se si va nella colonna delle vaccinazioni prioritarie in quella degli over 80 che comprende chiunque sia al di sopra di quella età in tutto i vaccinati risultano essere 2.502.248. E cioè quasi mezzo milione di meno della somma fra ottantenni e over 90. Come è possibile? La risposta è una sola: ci sono quasi centenari che sono stati vaccinati- e questo è l'importante- non perché erano fragili per l'età, ma perché appartenenti alle forze armate, al personale ospedaliero, perfino a quello della scuola. Ora trovatemi un novantenne in servizio in un reparto ospedaliero, per quanto super professore o gran barone, e un generale, un colonnello o un maresciallo a quella veneranda età a comandare sul reparto assegnato, come un insegnante per quanto bravo seduto in cattedra in una scuola o in una università. Però è proprio in quelle e altre categorie di professioni che non esercitano più che sono stati registrati nelle varie Regioni ben 271.844 italiani fra 80 e 89 anni e altri 176.317 italiani con più di 90 anni di età.

Certo, questo è il male minore: l'importante è chi ha quella età venga protetto con il vaccino dal rischio di un virus altamente letale. Ma questa confusione di dati dimostra che le varie “Aria” regionali (è il nome dell'azienda informatica lombarda di cui hanno fatto appena saltare i vertici dopo il caos combinato con le vaccinazioni) registrano alla carlona quei dati aiutando la confusione generale che c'è sui vaccini. Il sospetto però è che dietro questi numeri sparati evidentemente a caso ci sia non solo incapacità ed errore umano, ma una nebbia utile a coprire proprio quello che denunciava Draghi: “Ci sono Regioni che trascurano anziani in favore di gruppi di potere, situazione inaccettabile”. Mi sembra proprio che ci abbia azzeccato.

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