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M5s-Rousseau, cosa c'è dietro il divorzio grillino

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Le telecamere di Piazzapulita sono entrate nella sede dell’associazione Rousseau per parlare con Enrica Sabatini, braccio destro di Davide Casaleggio, per capire come funziona la macchina democratica dei grillini.

 

 

 

 

La Sabatini mostra il portale: lì dentro c’è tutto: l’anagrafe degli iscritti, le proposte di legge dei parlamentari grillini con i commenti degli iscritti, chi è in debito con la restituzione delle quote. Materiale prezioso, che il M5s non può permettersi di perdere. Ma questo potrebbe accadere, perché Rousseau (e quindi Davide Casaleggio) non ha intenzione di fornire i suoi servizi al partito finché non sarà saldato un debito di 450 mila euro. Ma, come più volte ribadito da Conte, non è stato mai firmato un contratto tra l'associazione Rousseau e i Cinquestelle. Così mentre Grillo e Conte auspicano una risoluzione pacifica. I grillini “duri e puri” - da Casaleggio jr a Di Battista - chiedono di ricorrere alle vie legali.

 

 

 

Cosa è successo esattamente? L’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte stava lavorando alacremente al nuovo statuto del M5s e del suo codice etico. Ma è appunto tutto bloccato finché non troverà un accordo con Davide Casaleggio, presidente dell’associazione Rousseau che vuole gli arretrati. Fino ad allora, la piattaforma non potrà essere utilizzata e quindi non potrà essere proposta alcuna modifica dello statuto, tantomeno votare la nomina di Conte a leader. Così, visto che non sembra esserci una soluzione quantomeno immediata, Conte ha rimesso i panni dell’avvocato, deciso a far valere i propri diritti in tribunale.

 

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