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Lockdown anche dopo Pasqua: riaprono solo le scuole. E il Governo si spacca

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Niente da fare, bisognerà ancora aspettare per rivedere un briciolo di normalità. Il decreto legge e il Dpcm voluti dal nuovo Governo guidato da Mario Draghi scadranno il prossimo 6 aprile, subito dopo le festività di Pasqua, ma c’è già un indirizzo chiaro: l’Italia sarà divisa tra zone rosse ed arancioni anche per tutto il mese di aprile e almeno fino al 3 maggio per superare le festività del 25 aprile e 1 maggio senza troppi assembramenti.

Come riferisce il Corsera al momento sono 3700 le persone ricoverate in terapia intensiva e sono alti anche i numeri delle vittime e dei contagiati giornalieri. Dati che impongono la massima cautela e una scontata proroga dello stato di emergenza (si dovrebbe arrivare almeno fino a giugno), con la possibilità di tornare in zona gialla sempre più remota anche per chi ha numeri migliori rispetto agli altri. A rallentare le riaperture è la campagna vaccinale che non ha ancora raggiunto l’obiettivo fissato di 500mila inoculazioni al giorno.

 

 

L’unica riapertura - e su questo punto Draghi è stato più che chiaro - riguarderà le scuole, per le quali è già stato messo a punto un piano in collaborazione con il ministero della Difesa: regole ferree per riportare la didattica a distanza al 50% in zona arancione, mentre nelle zone rosse ci saranno lezioni in presenza per le scuole materne e quelle elementari. Quando si riapriranno gli istuti gli studenti di ogni grado, compresi i bambini più piccoli, dovranno essere sottoposti al tampone rapido. Il piano prevede poi che il test sarà ripetuto ogni settimana e in caso di positività sarà effettuato un molecolare a tutta la classe. Restano con le serrande abbassate bar, ristoranti, cinema e teatri, mentre si sta studiando il caso di barbieri e parrucchieri, in modo da evitare che si effettuino servizi a domicilio rischiando di aumentare il contagio.

 

 

Queste decisioni sul programma delle riaperture saranno analizzate oggi nell’incontro tra i governatori regionali e il ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, che è alle prese con la spaccatura all’interno del Governo. Matteo Salvini, riporta Il Messaggero, è contrario al prolungamento delle misure di chiusura e chiede un ritorno alle zone gialle a partire dal 7 aprile. Sulla stessa linea anche Forza Italia, mentre il Comitato tecnico scientifico (Cts) e il ministro della Salute Roberto Speranza fanno parte dell’ala più rigorista che non vuole abbassare la guardia e allentare la stretta.

 

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