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DiMartedì, Alessandro Sallusti umilia Pierluigi Bersani sui condoni: "Mai opposto a quelli fatti dai governi di sinistra"

Giada Oricchio
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Alessandro Sallusti, direttore de “Il Giornale”, punge l’onorevole Pierluigi Bersani sui condoni nella puntata di martedì 23 marzo di “Di Martedì”, l’approfondimento politico di LA7 condotto da Giovanni Floris: “Partito Democratico ipocrita sui condoni”.

Il condono fiscale è uno dei temi caldi del dibattito politico e il presidente del consiglio Mario Draghi lo ha varato nell’ultimo decreto sottolineando che è necessaria una riforma della riscossione dei crediti. Pierluigi Bersani, ex segretario del Pd, ha riconosciuto che è una misura che non incontra i suoi favori: “E’ un condono de minimis, poteva andare peggio, ma anche a piccole dosi un veleno è sempre un veleno. Il condono è sconosciuto in Europa. E non dimentichiamo che questo condonino costa, per coprirlo occorrono 500 milioni di euro, ma non era meglio una norma sui meccanismi di riscossione? Chi non paga la tasse deve capire che non potrà mai vedersele abbassare e che con l’evasione non sostiene il welfare. Il fisco amico cosa significa? Abbiamo 100 miliardi di evasione l’anno, noi avremo una crescita inevitabile della spesa corrente, se nel giro di 3 anni non recuperiamo il 30% dell’evasione come facciamo?”.

Tutto bello in teoria, meno in pratica secondo il direttore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti: “Non crede che sia ipocrita far passare il concetto che il condono sia uno strumento di destra, voluto dalla destra per gli elettori di destra quando voi ne avete fatto uno all’anno per 7 anni? I vostri elettori non si avvarranno del condono? E’ ipocrita”. Bersani ha sorriso: “Capisco che mi vuole Ministro, ma sono 13 anni che non faccio il Ministro e quando ho ricoperto il ruolo, non ho mai fatto un condono. Leu e PD era contrari, ma se Lega, Forza Italia e i partiti di destra erano favorevoli posso dire che è una misura voluta dal centrodestra? Siamo al governo insieme? Eh sì, quando si fanno questi business bisogna mandare giù qualche boccone. Se i miei elettori aderiscono? Trovo più gente arrabbiata che gente contenta. Tuttavia, dico anche che dentro quel decreto ci sono cose che mi piacciono come il blocco dei licenziamenti e la proroga della Cig”.

Lo scontro però prosegue e si sposta sulle difficoltà di Draghi in merito alla campagna vaccinale. Per Sallusti: “Draghi ha oggettive difficoltà perché ha trovato una macchina sfasciata, se fosse rimasto Conte eravamo ancora qui a costruire le primule a 400.000 euro l’una, Draghi cammina sulle macerie e non ho sentito un briciolo di autocritica del PD e di Bersani”. L’ex segretario del PD ha replicato piccato: “Quando sono andati via Conte e Arcuri noi sulla vaccinazione eravamo al pari di Francia e Germania, prendiamo questo dato. Oggi non so come siamo messi, ma andiamo a vedere se stiamo migliorando o no”, “Ma si sta contraddicendo su Draghi, è il meglio o no?” lo ha incalzato il direttore e Bersani: “Non accetto che si dica che quando c’era Conte aveva una Ferrari e quando è arrivato Draghi c’era una 500. Io sono sembrati un fan di Conte perché tutti lo massacravano e io non ho accettato di farlo”.

 

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