Task foce vaccini, ecco il piano di Draghi per "militarizzare" le Regioni. Ma i governatori non vogliono
La difformità dei numeri delle regioni sulla campagna vaccinale spinge il governo a intervenire. Così il premier Mario Draghi è pronto a "commissariare" gli enti che dovranno però ammettere di aver bisogno di aiuto. Su questo equilibrio si gioca il nuovo nodo della campagna vaccinale, quello di task force regionali formate da personale della Difesa e della Protezione civile, che hanno dato la loro disponibilità, per supportare i governatori.
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La disparità in fatto di ultra ottantenni vaccinati e il caso clamoroso della gestione delle prenotazioni della Lombardia hanno fatto accendere la miccia. Ma la procedura per far scattare le task force regionali, rileva il Corriere della sera, aspetta la richiesta delle Regioni che nonostante le difficoltà e la difformità dei risultati non hanno ancora avanzato richieste formali.
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Esercito, protezione civile e il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sono già pronti a "militarizzare" la campagna vaccinale mentre il governo pressa da giorni alcune Regioni. È il caso della Lombardia dove l'esecutivo preme per abbandonare la piattaforma informatica Aria - per il mancato invio di sms una giornata di vaccinazione è quasi saltata - per passare al sistema di Poste già operativa in cinque Regioni.
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Serve accelerare, difficilmente questa settimana saranno superate le 200 mila somministrazioni al giorno. Eppure il ministro Roberto Speranza appare ottimista. «"Nelle categorie vaccinate i numeri sono molto incoraggianti, la curva del contagio è crollata in maniera significativa. La risposta vera sul campo è che il vaccino è l’unica soluzione e che dobbiamo accelerare", ha detto il ministro della Salute ieri a Domenica In. Nelle ultime settimane il problema principale sono state le varianti, "in modo particolare quella inglese, con una capacità di diffusione più significativa, del 35-40% in più - ha ricordato Speranza -. Per questo siamo stati costretti ad assumere misure ancora significative e rigorose, e per queste stesse ragioni dobbiamo correre con le vaccinazioni".