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Il condono fiscale della prima manovra Draghi finisce in burletta

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Il condono fiscale di Draghi finisce in burletta. Il Decreto Sostegni è stato appena varato ma sulle cartelle esattoriali lo scontro è aperto. Secondo i calcoli pubblicati dal Sole 24ore, con la chiusura al 2010 (e non al 2015) e l'esclusione dei redditi sopra i 30mila euro, verranno cancellate "solo" 16 milioni di cartelle esattoriali e non 61 milioni come sembrava in un primo momento.

 

 

Quindi la riduzione è stata addirittura del 75 percento. Come dire che resteranno fuori tre cartelle su quattro rispetto alle prime intenzioni. Per questo lo contro politico è aperto, anzi è appena cominciato. Lega e Forza Italia tornano all'attacco e per loro "occorre fare di più". Dal Pd arriva, però, un netto stop a qualsiasi ipotesi di modifiche.

 

L'operazione decisa venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri all'interno del Decreto Sostegni costerà ai conti pubblici 666 milioni di euro, il 56% in meno rispetto alla proposta iniziale. La riduzione è dovuta principalmente al limite della finestra temporale che comprende soltanto le pratiche esattoriali comprese tra il 2000 e il 2010. Ma un "taglio" netto all'intera manovra è provocato anche dal limite al reddito del contribuente riferito all'anno d'imposta 2019 che non deve essere superiore a 30 mila euro. Il limite è stato introdotto per non aprire le porte del condono ai più abbienti.        

 

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