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Il naufrago Mauro Corona sbarca su Rete4. E per Speranza non c'è scampo

Arnaldo Magro
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Se lo sono contesi a suon di contratti, come fosse il Ronaldo della televisione. Dopo la cortina di ferro imposta da Franco Di Mare, il buon Mauro Corona, sbarca fisso su Rete4. 

Il termine sbarcare non è poi così casuale. Era certamente casuale invece l’outfit dello scrittore l’altra sera, proprio mentre su canale5, andava in onda, «L’isola dei Famosi».

 

I naufraghi sono dunque e comprensibilmente vestiti...da naufraghi. Proprio come Mauro Corona. Se scanalavate dal 5 al 4, vi sarà sembrato ,per un momento, di essere al cospetto dello stesso programma.  Più scapigliato del solito, gilet verde arrotolato sul petto, con annessa mascherina d’ordinanza infilata al suo interno. Corona sembrava davvero un naufrago ma su rete4. 

 

Vestiario a parte, si capisce perché, tanto insisteva la Berlinguer per averlo fisso. È quel genere di ospite che da solo, ti fa metà dell’ascolto. Mai banale, parla un linguaggio comprensibile dalla gente. «Sono di montagna e parlo così» si autodenuncia lo scrittore. 

«Sono stanco di fare sacrifici, quante volte il governo ci ha chiesto sacrifici?» Si domanda Corona. «Ho paura che la gente si sia stancata» chiosa.  «L’Ungheria ha comprato vaccini ovunque e stanno tutti bene, perché Speranza allora non fa altrettanto per noi?»

Scende come una valanga, sul ministro della salute: «Perché il ministro non da’ per primo, il buon esempio? Si vaccini in diretta con Astrazeneca. Così solo, si combatte la paura e lo scetticismo della gente».

 

In studio è un insieme di applausi e tripudio. «Ha ravvisato il cambio di passo da parte di Draghi?» gli viene chiesto.  «Certo, come no, armiamoci e partite, questo è il vero mantra del governo, la gente purtroppo per loro, non ci crede più».

Proprio come un Ronaldo del calcio, con il suo linguaggio semplice e diretto, non ha lasciato scampo alcuno al ministro Speranza. Uno a zero, palla al centro. 

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