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Le vedove di Giuseppe Conte polemizzano perché i treni non sono in orario…

Francesco Storace
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Le vedove di Giuseppe Conte sono tornate a farsi sentire. Mica per i contenuti del primo decreto economico di Mario Draghi. Bensì per un rimprovero corale agli osservatori. Loro, quelli che montavano dirette Facebook con annunci interminabili prima del loro inizio; loro, che privilegiavano le tenebre della notte e si arrabbiavano se glielo facevi notare; loro, che esibivano il portavoce più del premier; ebbene, si sono meravigliati che nessuno protestasse per il ritardo della conferenza stampa del nuovo premier.

Ma la differenza la fa lo stile, con le risposte secche e brevi di Draghi rispetto ai poemi di Conte. E giù a notare che se anche Draghi sfora i tempi come Conte vuol dire che sono uguali, quasi a rivendicare una continuità inesistente. C’è in questo atteggiamento infantile una specie di complesso del dove abbiamo sbagliato per farci cacciare. E si attaccano davvero alle stupidaggini. Quello di Draghi è un governo complesso, perché formato da una coalizione ampia. Altra cosa quello che raccattava responsabili per tentare di andare avanti. E se si deve discutere ancora qualche ora per il varo dei provvedimenti è evidente che sia normale in una maggioranza composta da forze politiche alternative. Ma bisogna polemizzare per l’orologio. In fondo anch’essi sono nostalgici dei treni in orario…
 

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