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Cassa integrazione e vaccini in farmacia, ecco le mosse del Decreto Sostegni

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Ristori per circa tre milioni di imprese che hanno subito una perdita di fatturato di almeno il 30%, un’indennità una tantum per i lavoratori stagionali di 2.400 euro, oltre 3 miliardi per la proroga della cassa integrazione, 5 miliardi per il piano vaccinale che consentirà di somministrare le dosi in farmacia e altri 3 miliardi per gli enti locali.

 

 

È l’ossatura del decreto Sostegni atteso in Consiglio dei ministri venerdì pomeriggio, ma restano ancora due incognite: la cancellazione delle vecchie cartelle nel magazzino fiscale e la proroga dello stop dei licenziamenti. Temi sui quali sarà probabilmente lo stesso premier, Mario Draghi, a trovare una mediazione. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha cercato di preparare il terreno in vista del Cdm di venerdì incontrando prima i capigruppo della maggioranza, insieme al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico d’Incà, e poi gli enti locali, con il ministro Mariastella Gelmini.

Il provvedimento assorbirà tutto il plafond di 32 miliardi dell’extra deficit approvato a gennaio lasciando circa 500 milioni per le modifiche parlamentari: le Camere avranno infatti a disposizione due letture piene per correggerlo. Tuttavia molti interventi sono destinati a rimanere fuori e saranno rinviati al secondo round di aiuti che sarà finanziato con il nuovo scostamento di bilancio ad aprile.

Cambia la complessa macchina dei ristori che dice addio ai codici Ateco. Sul piatto 11 miliardi di euro per risarcire circa tre milioni di partite Iva, tra imprese e professionisti, con fatturato fino a 10 milioni di euro che abbiano registrato perdite di almeno il 30%. Finora l’ipotesi sul tavolo era di un calo di fatturato di almeno il 33% per poter accedere agli indennizzi. Il contributo a fondo perduto dovrebbe essere parametrato sulla media della perdita mensile registrata nel raffronto tra 2020 e 2019. Il nuovo schema illustrato da Franco ai partiti prevede cinque fasce, che vanno dal 60 al 20%, in base alla dimensione dell’impresa: un indennizzo del 60% per le imprese fino a 100mila euro, del 50% tra 100mila e 400mila euro, del 40% tra 400mila e 1 milione, 30% tra 1 e 5 milioni e 20% tra 5 e 10 milioni. Il contributo sarà concesso con bonifico o sotto forma di credito d’imposta e andrà da un minimo di 1.000 euro a un massimo di 150.000 euro, in media si tratterà di circa 3.700 euro. Il governo conta di far partire i pagamenti subito dopo Pasqua e completarli entro il 30 aprile.

 

Nota Capigruppo Decreto Sostegni

 

 

 

Ci sarà anche un fondo ad hoc di 600 milioni per la filiera della montagna colpita dalla chiusura degli impianti di sci, che beneficerà anche dei contributi a fondo perduto previsti per le partite Iva. Verrà inoltre rifinanziato per 1,5 miliardi il fondo istituito con la manovra per ridurre i contributi degli autonomi e sarà prevista un’indennità una tantum per tre mesi di 2.400 euro per gli stagionali, i lavoratori dello spettacolo e termali: si tratta di circa 400.000 soggetti per uno stanziamento complessivo di 900 milioni.

Sul piatto anche circa 100 milioni per risarcire il settore del wedding, fiere ed eventi. Previste indennità anche per circa 200.000 lavoratori sportivi. Per la sanità saranno stanziati 5 miliardi: 2,8 miliardi per l’acquisto di vaccini e medicinali, 400 milioni per la gestione commissariale dell’emergenza, 200 milioni per l’avvio della produzione dei vaccini in Italia e 350 milioni per la campagna vaccinale che consentirà ai farmacisti di somministrare le dosi dopo aver svolto un corso di formazione. In pista per le vaccinazioni anche gli infermieri. Ma restano ancora alcune incognite da sciogliere, a partire dalla cancellazione di oltre 60 milioni di cartelle fiscali pre-2015 fino a 5mila euro, per un valore complessivo di circa 70 miliardi.

Matteo Salvini è tornato all’attacco definendo «imprescindibile che ci sia la pace fiscale». Ma non è solo la Lega a spingere per ampliare le maglie dell’operazione. Anche M5s e Forza Italia puntano alla cancellazione integrale del magazzino fiscale. Mentre Pd e Leu bocciano qualsiasi forma di condono e sono favorevoli, così come Iv, a una pulizia del magazzino più selettiva che stralci i crediti esattoriali inesigibili perché collegati a imprese fallite o contribuenti defunti. Per il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, non si tratta di condoni e «l’ideologia, su certi temi, andrebbe messa da parte» perché è necessario procedere alla «totale o parziale cancellazione dei crediti fiscali inesigibili, pari attualmente al 91% del totale dei crediti da riscuotere».

Altro nodo da sciogliere riguarda il pacchetto lavoro e in particolare il blocco dei licenziamenti. Il ministro Andrea Orlando ha più volte ribadito che per i lavoratori delle imprese più grandi, che hanno la cassa integrazione ordinaria, il blocco dei licenziamenti in scadenza a fine marzo sarà prorogato fino a giugno mentre per i lavoratori che hanno diritto alla Cig in deroga o al Fis, il fondo di integrazione salariale, lo stop sarà esteso fino alla fine di ottobre, il tempo necessario per introdurre un sistema di ammortizzatori sociali in grado di garantire tutti. Per finanziare la proroga della cassa integrazione fino alla fine del 2021 arriveranno 3,3 miliardi e il meccanismo seguirà un doppio binario: per i lavoratori con Cig ordinaria sarà estesa di 13 settimane utilizzabili entro la fine di giugno mentre per i lavoratori coperti dalla Cig in deroga o dal Fis saranno rifinanziate 28 settimane da usare fino alla fine dell’anno.

Il reddito di cittadinanza sarà rifinanziato con circa un miliardo e dovrebbe essere inserita la possibilità per i percettori di lavorare temporaneamente, sospendendo il beneficio, senza subire la perdita o la riduzione dell’assegno. Sarà ampliata la platea del reddito di emergenza che sarà rinnovato per tre mensilità e dovrebbe essere prorogata per tre mesi l’indennità di disoccupazione Naspi. Inoltre il sottosegretario al Lavoro, Rossella Accoto, ha annunciato la proroga dei contratti per i navigator fino al 31 dicembre 2021. In arrivo oltre 3 miliardi per gli enti locali. Circa un miliardo sarà destinato alle Regioni, 250 milioni alle autonomie speciali, 900 milioni ai Comuni, 100 milioni alle Città metropolitane e alle Province, 200-250 milioni per la tassa di soggiorno, 800 milioni per il trasporto pubblico locale. Altri 300 milioni saranno messi sul piatto per la didattica a distanza, 400 milioni per il rifinanziamento dei fondi per il settore spettacolo, cultura e audiovisivo e 100 milioni per finanziare gli straordinari delle forze dell’ordine. Sarà rinviata a un prossimo decreto la proroga delle moratorie e degli interventi di liquidità.

 

 

 

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