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Pd, quanta ipocrisia nell'Enrico Letta che fa il grillino non retribuito

Francesco Storace
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Da restare a bocca aperta. Enrico Letta ha fatto il presidente del Consiglio, oltre che il parlamentare. Poi se ne è andato ad insegnare in Francia. E ora che è stato reclutato per fare il segretario del Pd si vanta di aver rinunciato “agli incarichi retribuiti”. Prima all’assemblea del partito: “Arrivo da persona libera, la mia vita fuori di qui è molto bella. I talenti che abbiamo sviluppato qui nella vita reale valgono tantissimo. Questa è una scuola di vita straordinaria. Io arrivo da persona libera perché lascio tutti i miei incarichi retribuiti”.

Poi, il bis in trasmissione da Fabio Fazio. Candidarmi nel collegio di Siena? “Non abbiamo parlato di queste cose. Oggi ho rinunciato a tutti gli incarichi retribuiti che oggi ho e domani sono a zero. Io divento segretario e la gente deve sapere che non ho alcun provento da nessuna parte”. Ma chi vuole incantare Enrico Letta? Davvero pensa di commuovere il popolo con un annuncio del genere? E crede di apparire un Santo?

Un politico che dice di vivere in castità è destinato a non essere creduto. E questo sarà anche il destino di Letta. Perché nessuno chiede povertà ai dirigenti politici ma serietà e niente bugie. E qui appare grossolano il tentativo di farsi immaginare come un poverello tornato dalla Francia squattrinato. Sono recite che non servono alla buona politica. E non vanno bene neppure per strozzare l’occhio ai Cinque stelle. Nessuno di loro applaudirà l’annuncio di Letta.

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