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Prima i senatori! La grillina vuole il vaccino anti-Covid: ma non siamo la casta

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Prima i senatori! La firma della grillina Angela Piarulli all'interrogazione dell'esponente Udc Paola Binetti che chiede la vaccinazione urgente contro il Covid dei senatori fa discutere nel movimento. Ma l'ex direttrice di carceri tira dritto: la casta non c'entra, molti in Senato hanno un'eta elevata e spostandosi possiamo diffondere il virus. 

 

Nell'interrogazione sottoscritta anche da parlamentari di altri gruppi la Binetti ha chiesto di sapere se il ministro della Salute Roberto Speranza «non ritenga ormai utile, necessario e improcrastinabile procedere alla vaccinazione urgente dei senatori». Iniziativa finita nel mirino della propaganda ’anti-casta' e dalla quale molti hanno preso le distanze, a partire dal M5S: «Confidiamo nella corretta gestione del piano vaccinale nella convinzione che i parlamentari, come tutti i cittadini, debbano attenersi alle indicazioni previste dai protocolli», hanno affermato in una nota congiunta la presidente della Commissione Lavoro del Senato Susy Matrisciano e la capogruppo 5 Stelle in Commissione Igiene e Sanità Elisa Pirro.

 

Il dibattito però resta aperto: i parlamentari vanno considerati alla stregua dei lavoratori essenziali ai quali viene riconosciuta una ’corsia preferenziale' nell’accesso al vaccino (come accaduto negli Usa, dove il Congresso è stato subito immunizzato)? Angela Piarulli, unica esponente M5S a firmare l’interrogazione della Binetti, difende la propria scelta: «L’iniziativa è partita da una senatrice di 78 anni (Binetti, ndr) e io, immedesimandomi nella sua situazione, ho ritenuto opportuno sottoscriverla», dice all’Adnkronos la parlamentare pugliese.

 

«So che il mio gruppo non era d’accordo, ma io sono il direttore di un istituto penitenziario e credo che il diritto alla salute vada riconosciuto indistintamente a tutti. Non possiamo non considerare i rischi notevoli corsi dai senatori, che hanno un’età elevata. Credo che in questo momento parlare di casta non abbia proprio senso», rimarca Piarulli, dicendo di non sentirsi affatto «una privilegiata»: «Noi senatori siamo esposti al coronavirus come tutti gli altri cittadini. Anzi, a causa dei nostri spostamenti possiamo veicolare il virus in maniera più veloce. È un polemica sterile: piuttosto bisognerebbe chiedersi come mai ci sono stati ritardi nelle consegne dei vaccini».

 

Per quanto riguarda Montecitorio, alla Camera si attendono le decisioni del governo prima di procedere con la vaccinazione degli eletti. «Come nelle altre Istituzioni e organi costituzionali - spiega all’Adnkronos il questore grillino Francesco D’Uva - anche alla Camera dei deputati ci atteniamo alle indicazioni delle autorità nazionali e del Ministero della Salute. A Montecitorio siamo stati sempre al passo con tutti gli sviluppi della pandemia e abbiamo sempre adottato le decisioni opportune e funzionali alla prevenzione del Covid». «Anche in questo caso, in cui vige un ordine di priorità su scala nazionale, se in futuro le autorità dovessero decidere di eseguire le vaccinazioni coinvolgendo le nostre strutture, saremmo pronti a lavorare in base alle indicazioni», prosegue l’esponente 5 Stelle. In occasione della visita di ieri all’hub di Fiumicino il premier Mario Draghi ha annunciato la svolta sul piano vaccini fissando un obiettivo, ovvero triplicare le somministrazioni giornaliere, e invitando i cittadini ad aspettare il proprio turno «come ha fatto in maniera esemplare il Presidente della Repubblica». Oggi in Sicilia sono state bloccate le vaccinazioni dei magistrati: le Corti di appello della Regione hanno ricevuto una lettera a firma dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza in cui si annuncia lo stop somministrazioni che in alcuni tribunali erano già iniziate.

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