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Piazzapulita, lo schiaffo di Mattia Santori al Pd: "Marchio tossico? Non hanno capito..."

Giada Oricchio
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A “Piazzapulita”, il programma di Corrado Formigli su LA7, giovedì 11 marzo, Mattia Santori, il fondatore di “6000 Sardine”, tende la mano al Partito Democratico e su Mario Draghi: “Autorevole. Come direbbero i Maneskin: zitti e buoni”. Mattia Santori non fa sconti al Pd, insiste che il Nazareno è patrimonio comune ma “è stato una delusione. Per aprire il partito alla gente bastava pochissimo, bisogna ripartire dal basso. Zingaretti è stato sottovalutato, ho apprezzato il suo lavoro politico ed è stato l’unico a non trattarci con la puzza di paternalismo, ma nemmeno lui ha parlato ai giovani. Enrico Letta? Deve dimostrarci se è un armistizio tra correnti o vuole proseguire il lavoro lasciato a metà da Zingaretti. La prima cosa che deve fare è dare un mandato esplorativo, mandate degli esploratori fuori, usate anche noi per avvicinare il partito alle realtà dell’anticamera della politica”.

L’arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi ha una doppia valenza per Santori: “E’ difficile giudicare il governo Draghi, da un lato c’è l’autorevolezza di Draghi, alla Maneskin ‘Zitti e buoni’, dall’altra mi chiedo: ma perché deve arrivare sempre da fuori? Perché la politica in mano a un esterno?”. E infine ha usato una metafora calcistica per commentare Salvini e Pd insieme al Governo: “E’ una questione di costi e opportunità. E’ come gol sbagliato, gol subito. Io preferirei avere un’alternativa che mi faccia dire questo  è il Pd che ho sempre desiderato. In questo Paese c’è un popolo senza sinistra e una sinistra senza popolo”.

 

 

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