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Nicola Zingaretti non può candidarsi a sindaco di Roma. Ecco perché

Francesco Storace
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Un dibattito surreale. Lo ha determinato Nicola Zingaretti con le sue dimissioni da segretario del Pd. Già ha scatenato tanti problemi ai suoi con un gesto inatteso. Adesso c’è pure la favola che si possa candidare a sindaco di Roma. La Capitale come rifugio degli inguaiati del Nazareno è davvero qualcosa che non si può sentire. Ogni piddino fatto fuori si deve candidare a Roma. Ma scherziamo?

 

 

E poi qualche problema Zingaretti ce l’ha. Per fortuna non giudiziario, perché almeno su quel fronte viaggia sicuro e a pensaci bene sarebbe un requisito non da poco riuscire a scansare ogni inchiesta. Vuol dire che è davvero una persona onesta e questo ci fa piacere. Non ci auguriamo mai guai per gli avversari politici. Ma non lo salva altro. Anzitutto deve togliere di mezzo Roberto Gualtieri, a cui ha promesso sostegno per fare il candidato sindaco a Roma. Anche qui, è abbastanza curioso che il ministro dell’economia mandato via dal numero 1 in Europa proprio per l’economia, come Mario Draghi, debba essere catapultato sulla città. Decisamente fuori luogo. Non va bene.

 

 

Poi, le incompatibilità di carattere istituzionale. Ci sono le leggi che non rendono possibile avere due seggiole. Il sindaco di Roma e il governatore del Lazio sono incompatibili. Per soddisfare la frenesia del Campidoglio, Zingaretti dovrebbe sciogliere il consiglio regionale del Lazio. Tutto questo perché non sanno chi scegliere per succedere a Virginia Raggi? Tutta qui la classe dirigente della sinistra romana? A pensarci bene è davvero un brutto momento per il Pd, un partito di cui si vergogna il suo segretario dimissionario. Ma se si candida in Campidoglio, come glielo spiega ai romani che si vergogna dei suoi che però devono sostenerlo?

 

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