Pioggia di appelli
Movimento 5 Stelle, guerra a colpi di carte bollate. Già partiti i ricorsi
Le regole del Movimento 5 Stelle prevedono che domani scadrà il termine per presentare il ricorso al collegio dei probiviri da parte dei dissidenti che, sospesi, vogliano opporsi a questa decisione, preludio di una probabile espulsione dal M5S. Ma quasi tutti coloro che hanno deciso appellarsi lo hanno già fatto. E, leggendo alcune di queste memorie, i capisaldi sono chiari: la sanzione è illegittima e nel sancirla sono state violate le regole. E non da chi si è rifiutato di votare la fiducia al Governo presieduto da Mario Draghi.
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Ma ancora: non solo manca la rappresentanza legale M5s - da quando è stato deciso di passare dalla guida affidata ad un capo politico a quella di un direttivo a cinque - ma c’è da notare il dato di fatto che uno dei tre probiviri, fra i due che hanno comminato la ‘pena’, è un ministro della Repubblica, il che viola le regole di imparzialità e terzietà nel giudicare. La posizione della Ministra Dadone, una dei tre probiviri, viola i “canoni di imparzialità e terzietà”.
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Il codice etico, stabilisce, infatti, che ogni portavoce “è tenuto a segnalare situazioni di potenziale conflitto di interesse tra la propria posizione personale e i compiti svolti in ragione del ruolo", si sottolinea nel testo di alcuni ricorsi. L’istanza fa poi riferimento alla pronuncia del Tribunale di Cagliari che, sulla richiesta di un consigliere regionale M5s, ha deciso di nominare un curatore speciale “non sussistendo più la figura del Capo politico” che era anche il “rappresentante legale”. Non è finita qui sul tema delle espulsioni.