Repubblica mette la Br Mara Cagol nell'album di famiglia della sinistra italiana
Straordinaria “Repubblica”. Per pubblicizzare una propria iniziativa editoriale sui cent’anni della sinistra sono riusciti a mettere assieme “le figure di Cagol, Berlinguer, Craxi, Bobbio, Pertini”. Non male resuscitare la moglie del capo delle Brigate Rosse, Mara Cagol, nell’album di famiglia del quotidiano di Maurizio Molinari. La compagna di Renato Curcio ci mancava.
Il che ha indignato un bel po’ di bella gente, a cominciare da Mario Lavia, giornalista e fustigatore di livello dei costumi della sinistra, in questo caso editoriale. Utilizzare come sponsor la compagna “caduta combattendo” diciamo che non è il massimo e sarebbe bizzarro scomodare le quote rosa per una rivisitazione della storia comunista spinta sino a tanto livello.
Anche perché la Cagol rimase uccisa nel corso di uno scontro a fuoco coi carabinieri, con armi automatiche e bombe a mano. Non uno stinco di santo, potremmo dire. È come dire che Pci e Br provengano dalla stessa storia, il che diventa difficile da sostenere, se si vuole leggere senza faziosità cent’anni di storia politica. Chi andò a finire nelle Br anche dopo aver militato nel Pci lo fece per colpirlo, non per aiutarlo da sinistra, diciamo.
Chi difende la scelta di Repubblica riferisce che la Cagol è citata in un articolo di Benedetta Tobagi, figlia di Walter vittima delle Brigate Rosse. Il che è indubbiamente vero, ma per sponsorizzare la fatica letteraria il gruppo editoriale ha scelto il nome della Cagol e non quello del giornalista assassinato.
Uno svarione abbastanza clamoroso per fare cassetta. Certo, problema della sinistra che si fa dipingere in questa maniera su cent’anni di propria storia. Ma se si ripercorrono in questa maniera i fatti che hanno contraddistinto quella vicenda politica, è evidente che può accadere anche alla parte opposta. E sarebbe egualmente gravissimo. Purtroppo, con Repubblica capita spesso (basta leggere Paolo Berizzi…). Compagni che sbagliano. A scrivere.