dopo il rapporto della cia
Riscoppia il caso saudita di Renzi, fuoco incrociato M5s e Pd
Passata in secondo piano per l’evolversi della crisi di governo che ha portato all’arrivo di Mario Draghi, riesplode la polemica sul caso Renzi-Bin Salman.
A riaccendere i riflettori è un rapporto di quattro pagine della Cia in cui si rileva la responsabilità diretta del principe saudita Mohammed Bin Salman nell’assassinio del giornalista Jamal Khashoggi, avvenuto il 2 ottobre del 2018. Secondo gli analisti della Cia un ruolo centrale lo avrebbe avuto proprio Bin Salman, il 35 erede al trono intervistato lo scorso gennaio dal leader di Italia Viva. E ora Pd, M5s, Sinistra italiana e Verdi chiedono all’ex premier di «chiarire».
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La replica non si fa attendere. Intrattenere rapporti con l’Arabia Saudita «non solo è giusto, ma è anche necessario», puntualizza Renzi. Che liquida gli affondi di M5s e Pd: «Litigano su tutto» ma «si ricompattano solo per sparare a zero su di me». Fine gennaio, l’Italia era nel pieno della crisi di governo, con le dimissioni delle due ministre renziane e, successivamente, l’addio di Conte a palazzo Chigi dopo il fallimento dell’operazione «responsabili»: in quei giorni su alcuni organi di stampa compare la notizia di un viaggio di Matteo Renzi in Arabia Saudita. Poco dopo è un video a confermare la trasferta, in cui il senatore di Rignano intervista Bin Salman nell’ambito della quarta edizione della conferenza Future Investment Initiative. Ma a far discutere sono soprattutto le parole pronunciate da Renzi: «È un privilegio discutere con lei di Rinascimento», spiega l’ex premier, secondo il quale l’Arabia Saudita «può essere il posto di un nuovo Rinascimento per il futuro».
Ora il rapporto della Cia fa riesplodere la polemica. L’ex ministro ed esponente dem Peppe Provenzano ricorda sui social: «Chiarire ora non è solo questione di opportunità, ma di interesse nazionale». Gli fa eco Gianni Cuperlo: «Deve chiarire. Se possibile presto». Sempre dal Pd, è il vicecapogruppo alla Camera, Michele Bordo, a incalzare: «Renzi spieghi i suoi rapporti con Mohammed Bin Salman. Non è un semplice cittadino, ma un senatore della Repubblica». Stessa richiesta arriva da Sinistra italiana che con Nicola Fratoianni osserva: «Piano piano la pressione sta crescendo: è un bene per l’Italia. Insistiamo ancora: Renzi dovrà trarne le conseguenze». Non è da meno il M5s: «Renzi in quanto senatore non può più perdere altro tempo e deve chiarire la natura dei suoi rapporti con Bin Salman e quello con la fondazione Future investment iniziative», dichiara la vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni. «Come può Renzi non fornire una risposta a chi gli chiede di prendere le distanze dal regime saudita dimettendosi dalla fondazione?», incalza il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.
Il leader di Italia Viva affida ad una enews la risposta, in cui ricorda di aver spesso difeso i giornalisti perseguitati dai regimi dittatoriali e respinge le accuse di aver taciuto sulla vicenda, infine sottolinea di pagare in Italia le tasse sui compensi per le sue conferenze nel mondo e nega che siano mai giunti soldi a Pd o Iv per queste attività. «L’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico ed è uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni. Anche in queste ore il presidente Biden ha riaffermato la necessità di questa amicizia in una telefonata al Re Salman».