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Più vaccini, meno lockdown: questa è la svolta che dovrà dare il governo Draghi

Francesco Storace
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Sul web e nella società la discussione è aperta. Ma credo nella direzione sbagliata. Per il Covid siamo alla caccia all’errore, e la cosa più facile che si urla – a caratteri rigorosamente maiuscoli – è che non cambia nulla da un governo all’altro. Il che non è vero. Certo, ci vorrebbe un rapidissimo cambio di passo. Ma siamo sicuri che in una settimana appena si possa pretendere ciò che non è avvenuto in un anno?

Invidio chi ha certezze sul virus, su chi ne nega gli effetti, o ne sottovaluta i pericoli. Poniamo il caso che il nuovo esecutivo di Mario Draghi, per differenziarsi da quello di Giuseppe Conte, avesse abolito le chiusure. A prescindere. Siamo sicuri che tutti staremmo meglio?

La realtà è una sola. L’errore madornale che ci portiamo appresso, da un governo all’altro e non solo in Italia, sta nel numero di vaccini a disposizione, a cui noi aggiunto casini organizzativi per i quali siamo specialisti. Anziché concentrarsi sulle primule di Domenico Arcuri, probabilmente lo Stato avrebbe dovuto pretendere più serietà sin dall’inizio dalla stessa Unione Europea nella contrattualizzazione degli acquisti dei sieri. 

Ora ne abbiamo pochi e ci permettiamo anche di sprecarli, visto che non riusciamo ad utilizzarli tutti. Ecco, anziché versare lacrime social, speriamo che si riesca a far produrre quei vaccini proprio nel nostro Paese in modo da utilizzarli al più presto. L’Italia ha la capacità produttiva, bisogna solo consentire a chi ha già dimostrato il proprio valore nel campo farmaceutico di sentirsi le spalle protette. Perché la sfida è enorme. 

Più vaccini meno lockdown è la parola d’ordine che dobbiamo pretendere dal governo. Con un serio piano vaccinale che parta da chi è più a rischio nella popolazione. Inutile la corsa delle “categorie” alla puntura, pensiamo prima a salvare i più fragili. Prima arrivano i vaccini, prima riapriremo tutto. Qui si misurerà la svolta. Se ci sarà.

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