Cinquestelle moderati e liberali? L' "agguato" di Di Stefano alla linea Di Maio
Giggino vorrebbe una linea politica "democristiana". Ma il fedelissimo non si trattiene e spara su tutti
Luigi Di Maio è stato chiaro. Con l'approdo al governo Draghi i CInquestelle sono entrati in una nuova fase della sua vita politica e sono diventati un movimento "moderato e liberale". Una definizione che, in verità, ha fatto storcere il naso a qualcuno, siccome le stesse due parole campeggiano nell'atto fondativo di Forza Italia, il partito dell'odiato Silvio Berlusconi.
"Non è mai andato dalla d'Urso". Casalino a Piazzapulita: la balla più grossa la spara su Conte
Come che sia, chi non si è permesso di contestare la linea di Di Maio è stato il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Che, anzi, ha sfruttato proprio la vicinanza al leader di Pomigliano per assicurarsi la permanenza sulla poltrona della Farnesina. Permanenza che, considerate le svariate gaffe del funambolico Manlio, era tutt'altro che scontata.
Abolizione della povertà? Quella gaffe di Di Maio per colpa di Casalino. Tutta la verità
Peccato che "moderato e liberale", in realtà, Di Stefano non lo sia per nulla. E alla prima occasione ha deviato clamorosamente dalla nuova linea imposta da Di Maio. Infatti, ha diffuso un video sui suoi canali social per provare a dare una risposta ai militanti inferociti per la permanenza nel governo di "Goldman Sachs". E la teoria del sottosegretario agli Esteri è quella già espressa dai suoi compagni di avventura: "Dobbiamo restare al governo" per evitare che gli altri partiti smontino quello che abbiamo conquistato". Anzi, a suo dire ci è già riuscito. "Abbiamo già svelato tre agguati" si sfoga, "perché volevano cambiare la riforma Bonafede sulla prescrizione, volevano far ripartire le trivelle e volevano far finire il mercato a maggior tutela dell'energia elettrica". Tralasciando il fatto che, in realtà, nessuno in maggioranza ha votato a favore degli aspetti citati dal fantasioso Di Stefano, c'è da sottolineare che non è proprio da "moderati e liberali" parlare di agguati dei propri alleati. Non solo, Di Stefano si spinge oltre e comincia ad attaccare Salvini, Berlusconi e Renzi. Ovvero i partiti che sostengono il governo di cui lo stesso sottosegretario agli Esteri fa parte.
"No caro". Formigli da godere contro Casalino: l'ex portavoce massacrato così
Cosa ne dirà Di Maio di questo sfoggio di "moderatezza" e "liberalismo"? Chissà...