rieccolo

Covid e vaccini, Domenico Arcuri ancora tra i piedi: non ci liberiamo del commissario

Francesco Storace

Sarà la consegna del silenzio imposta da Mario Draghi ai suoi ministri, ma qualcuno dovrà rispondere ad una domanda. Che farete di Domenico Arcuri, si chiedono in molti. E lui, il commissario recordman dei sondaggi negativi tra gli italiani, insiste imperterrito nel restare aggrappato alla poltrona ricevuta da Giuseppe Conte. Neanche un gesto di garbo verso il nuovo presidente del Consiglio.

“Rieccolo”, avranno detto ieri dirigenti e funzionari del ministero per lo sviluppo economico, appena Arcuri è comparso alla riunione convocata dal ministro Giancarlo Giorgetti sulla produzione in Italia dei vaccini che non si trovano più, insieme ai massimi vertici delle aziende di settore e al presidente dell’Aifa, l’agenzia del farmaco, Giorgio Palù. 

  

Scaricato dal premier nel suo primo discorso al Parlamento, osteggiato dalla maggior parte delle forze politiche inclusa la Lega a cui Giorgetti è iscritto, Arcuri si ritrova a fare il protagonista dopo una fase di sostanziale inattività personale legata alla nascita del nuovo governo. Ma non dovevamo vederci più?

Come è noto, a Giorgetti non servono gli inviti di Draghi al silenzio, perché sta zitto di suo. Ma le azioni contano e se non sono spiegate mal si conciliano con la richiesta di dimissioni del commissario che a più riprese è stata sollecitata, soprattutto nel campo del centrodestra. Si è anche proposto il nome di Guido Bertolaso per la sua sostituzione.

Ma alla riunione di ieri c’era ancora lui, Arcuri, stavolta con una sobria penna Bic in mano. 

Ora, è vero che non pare sia stato deciso ancora nulla di concreto. Il comunicato diffuso al termine dell’incontro lo ha riassunto come “costruttivo e positivo”, per aggiornarlo a mercoledì prossimo. In pratica tocca verificare la possibilità concreta di produrre in sicurezza vaccini anti Covid in siti in Italia. Sarà necessario appurare l’individuazione di tutte le componenti produttive compatibili con la realizzazione di vaccini e in un orizzonte temporale congruo con le esigenze del Paese per superare la fase pandemica. 

Si è convenuto, inoltre, di avviare la costruzione di un polo nazionale pubblico privato per realizzare nel medio lungo periodo un contributo italiano in questo ambito. Il governo italiano ha ribadito la totale disponibilità di strumenti normativi e finanziari per raggiungere l’obiettivo della produzione di vaccini in Italia. L'industria da parte sua ha assicurato la massima collaborazione.

Quale possa essere il contributo di Arcuri alla comprensione della capacità produttiva delle aziende italiane è tutto da vedere. E francamente stupisce vederlo ancora all’opera dopo che in tanti hanno bollato con parole di fuoco il fallimento dell’attuale piano di vaccinazione, per non parlare delle inchieste in corso. E del resto a dare inizio alle danze, sconfessando persino le Primule, è stato proprio il presidente del Consiglio.

Alcuni sostengono che la presenza di Arcuri fosse obbligata dal ruolo ancora ricoperto. Ma nessuno vuole insinuare che fosse un imbucato. È che probabilmente, sarebbe stata più giusta la presenza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che comunque al governo ci sta perché confermato da Draghi.

Probabilmente l’invito ad Arcuri lo ha voluto Giorgetti in persona. Che nella Lega si sia gradita l’iniziativa non è dato di sapere. Salvini ovviamente non vuole smentire un suo ministro, ma parlano i social del partito: le foto pubblicate non registrano la presenza di Arcuri. Tagliato ancora prima che lo faccia Draghi, insomma. Ed è evidente che più Salvini se lo trova in mezzo, più forte sarà la sua pressione per revocarlo dall’incarico ricoperto. Anche se è altrettanto vero – dicono ambienti vicini al segretario – che quel che conta è “la rapidità con cui Giancarlo ha convocato la riunione, così come lo aveva sollecitato Matteo”. 

Per ora, il commento all’incontro di ieri al Mise da parte del leader della Lega è stato comunque volto a presentare il bicchiere mezzo pieno: “Per rimediare ad errori e ritardi di altri, i ministri della Lega sono al lavoro per produrre i farmaci anti-Covid direttamente in Italia”. La presenza di Arcuri è forse da intendere come un arredo…