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Il tragico dubbio di Draghi davanti alle urla di Toninelli: "Ma questo chi è?" Umiliato così

M. G. Zelle
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Nei Palazzi sembra di respirare l’aria del Termidoro. I grillini si aggirano spauriti, come alieni. Armati di forcone, si erano diretti verso la Bastiglia ma poi, più che assaltarla, si sono sistemati comodamente a Versailles, senza accorgersi che i nemici della falsa rivoluzione si organizzavano sotto i loro occhi.

 

Si racconta che il giorno della fiducia a Palazzo Madama, mentre il senatore Danilo Toninelli parlava, il Premier Mario Draghi, un po’ esterrefatto dai ragionamenti che faceva l’ignoto personaggio nascosto dalla mascherina, abbia chiesto al Ministro d’Incà: «Ma chi è quello là?».

 

E a proposito di Palazzo Madama, il Bonaparte nostrano, Renzi, guardando la nuova maggioranza garantista della Camera Alta, immagina già di riaprire un discorso con il centrodestra, supportato da un pezzo di Pd che mal digerisce l’idea di diventare la sesta stella del grillismo, per fare finalmente una riforma della giustizia che spazzerebbe via anche dal codice penale ogni traccia di giacobinismo. In questo, la neoministra della Giustizia Marta Cartabia è stata molto chiara: basta con provvedimenti slegati, la giustizia penale si riformerà nel rispetto delle garanzie costituzionali. Un modo per disinnescare blitz certo, ma anche per chiarire che i tempi del populismo giudiziario sono ormai solo un ricordo.

 

Già, il garantismo. Uno dei collanti nella geografia politica dell’ Italia che verrà. Proprio a quello pensava Maria Stella Gelmini quando, parlando con l’ex forzista migrato in Italia Viva Davide Bendinelli, ipotizzava qualche giorno fa un nuovo Nazareno: «spiega a Matteo che molti di noi sono disposti a ragionare su una Renew centrista anche in Italia».
 

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