Botte sinistre ai non allineati. Paragone: ecco i profeti del pensiero unico
Tal Giovanni Gozzini, dicono storico ma soprattutto docente universitario a Siena, ha apostrofato Giorgia Meloni con parole raffinate, di alto spessore intellettuale, quali «vacca» o «scrofa». Non solo. Con tal Gozzini si sono esibiti anche altri due campioni del pensiero radical chic Giorgio Van Straten e Raffaele Palumbo. Dicono che questo Van Straten sia addirittura uno dei campioni del pensiero raffinato, uno scrittore, uno straordinario protagonista di salotti letterari di sinistra. Con Gozzini, Van Straten ha fatto coppia in un altissimo scambio di pensiero raffinatissimo in una trasmissione radiofonica dove appunto la Meloni non sarebbe stata nemmeno degna dell’epiteto di «pesciaiola». «Non offendiamo i pesciaioli» se la ridevano i due cultori del pesce maschio.
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Ebbene quale sarebbe la colpa della scrofa, vacca, pesciaiola, al secolo Giorgia Meloni? Essersi confrontata con Mario Draghi, aver preso la parola nel dibattito parlamentare! Peste la colga! Come si è permessa costei? Come ha osato usare il Parlamento per rivolgere la parola all’Altissimo, al Migliorissimo, all’Elevatissimo, all’Intoccabilissimo Mario Draghi? Perché questa è la colpa secondo il docente universitario a Siena e del suo compare Van Straten: avere criticato da destra. Aver aperto bocca, lei che è pure donna. Essersi permessa - lei che a loro dire non avrebbe letto nemmeno un libro - di scalfire la liturgia del pensiero unico.
Il dramma non sono gli insulti alla Meloni ma una sinistra dal sangue blu
Ovviamente il Gianni e Pinotto della cultura speravano che le loro parole confinassero nel giro degli amichetti, che fossero motivo di risatine complici, in una specie di Carboneria radiofonica. Invece qualcosa è andato storto, quelle parole hanno fatto il giro dei social e all’angolo ci sono finiti loro due. La pena? Giusto un giro di stop, un timido cartellino giallo quasi per dovere, perché la sinistra perdona i suoi intellettuali. Gozzini conserverà il suo posto in università dove continuerà silenziosamente a poter indottrinare con le buone o le cattive gli studenti, secondo il principio per cui non c’è spazio fuori dal loro pensiero.
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Le offese alla Meloni non soltanto sono impregnate di sessismo - la violenza a sinistra è molto più profonda di quel che la stampa amica descrive - ma rivelano un senso politico antidemocratico, delirante, sottovuoto: per questo Draghi è il campione di questa sinistra dominante smarrita di un senso politico, alla quale non resta che l’amicizia servile di banchieri e finanzieri. È il cerchio che si chiude e chi sta fuori da questo cerchio deve morire. Gozzini e Van Straten non sono affatto due corpi estranei, hanno solo esagerato e si son fatti beccare.
Giorgia Meloni e coloro che si oppongono non devono avere spazi, non devono parlare, non possono avere diritti di tribuna. Il manganello del Kulturame de sinistra è azionato ininterrottamente da anni, coperto dalla stampa amica e da maitre a penser progressisti, riformisti, miglioristi. Profondamente stronzi. Che forse è l’unica parola che questi personaggi capiscono.