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Guerra M5s, Morra sconfessa Crimi: non è lui il capo. E sgancia la bomba: quegli 80 mai espulsi...

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La notte dei lunghi coltelli nel Movimento 5 Stelle continua tra chi, cacciato, non vuole andarsene, mentre si lavora a nuovi gruppi parlamentari per concretizzare una scissione che nelle idee c'è già. "Da quello che mi risulta sono fuori dal gruppo parlamentare del Senato ma non dal M5S: questo lo deve decidere il Collegio dei probiviri e poi la decisione dovrà essere sottoposta a una consultazione online. Quando tutta la procedura sarà conclusa si potrà dire che sono fuori dal M5S", dice il senatore Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, a Sabato24 su Rainews. 

 

È guerra a colpi di codici e statuti, con Morra che ricorda un dettaglio non secondario: "Ci sono almeno 80 richieste di espulsione che i probiviri non hanno mai esaminato", come quelle relative alla mancata restituzione delle indennità. Strano che in questo caso si sia agito con tanta tempestività. 

 

A sentire il grillino (o ex) le decisioni prese da Vito Crimi non avrebbero neanche valore. "Il capo politico è l'eligendo comitato, siamo senza capo politico" ha detto a RaiNews. In sintesi Crimi non conta niente. 

Morra ha votato no alla fiducia per il governo Draghi in contrasto con il voto sulla piattaforma Rousseau. Ma "nel quesito era prevista la costituzione di un superministero che nei fatti non c'è. Quando abbiamo visto l'organigramma e i ministeri tanti che hanno votato sì hanno chiesto la ripetizione del voto su Rousseau", accusa Morra che annuncia di non voler mollare la commissione Antimafia: "Si può onorare il mandato con severità, e poi tra poco dovrò audire Luca Palamara". 

 

"Si manda via gente che ha dato il sangue al Movimento perché ha detto legittimamente no, rifiutando un quesito ridicolo e un governo come ne abbiamo già visti tanti in passato. Continuano a evocare Alessandro Di Battista come leader Il vero rischio non è la scissione, ma l’evaporazione del M5S", dice Max Bugani, tra i grillini della prima ora e ora capo staff della sindaca di Roma, Virginia Raggi, in un’intervista a Il Fatto quotidiano. Che sconsiglia a Giuseppe Conte di fare il capo del M5S . "All’inizio otterrebbe grande consenso, ma subito dopo inizierebbe a logorarsi".

Intanto il segretario dell’Italia dei Valori, Ignazio Messina, in un’intervista a Repubblica sull’apertura del partito ai transfughi del 
M5S. Secondo Messina rilancia l'offerta. "Le interlocuzioni ci sono state, sì, se c’è un progetto politico da costruire allora massima disponibilità. Se è prestare il simbolo tanto per, allora non è il caso, non ci interessa. Questa è la situazione". Ma "la storia di Idv e quella dei 5 Stelle hanno delle similitudini sul piano dei valori e anche dell’origine" tanto che il segretario vede «un buono spazio politico". Ma dovrà passare all'opposizione. "In questo senso, stare all’opposizione del governo Draghi non sarebbe un problema visto che come Idv fummo all’opposizione anche con Mario Monti. In un Paese sano e democratico c’è bisogno di opposizione". 

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