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Giorgia Meloni senza paura. Quella frase su Mattarella dalla Palombelli, ecco com'è nato il governo Draghi

Arnaldo Magro
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Su Rete4 il colpaccio lo fa Stasera Italia, che si porta a casa il leader più richiesto e seguito del momento e di giornata. Molto bella l’intervista di Barbara Palombelli a Giorgia Meloni. Apprezzata anche da casa visti gli ottimi ascolti. Bella nei toni e soprattutto nei contenuti. Tanti. 

 

«Perché sono stata critica con Draghi? Si guardi attorno, gli ho chiesto. Di Maio è il miglior ministro degli Esteri che questo Paese possa offrire E Speranza? I dati tragici del Paese dimostrano quanto inadeguato fosse prima e dopo la riconferma. Un ministro degli Interni che si premura di modificare i decreti sicurezza, è dunque il meglio a cui ambire?».

 

Dove si stia incanalando il discorso è chiaro, e la Palombelli, lo capisce bene. Sulla regia vera di tutta questa operazione Draghi. Diretta, fa la domanda più giusta e logica da fare. (Ma che altri giornalisti, hanno paura di fare). «Cosa ha pensato del discorso di Mattarella quando ha chiamato Draghi?». «Ritengo sia molto forte dichiarare, che la democrazia (esplicitata tramite il voto, si intende) è un pericolo per il popolo. Continuiamo tutti noi, con gesti quotidiani, ad esercitare la nostra amata democrazia. Esprimiamo così la nostra volontà. Questa è una fortuna, non un pericolo».

Su Roma, il candidato sembra essere in dirittura di arrivo: «Siamo più avanti di quanto si pensi, Abodi, candidato di Fdi, è persona più che stimabile».

 

«Sul tema tanto caro al Pd sul ruolo delle donne ha qualche consiglio da dare?» chiede la giornalista. «È una sinistra ipocrita sul tema femminile. In anni di storia, non ha mai voluto veramente affidare la guida alle donne. Non vi sono donne a sinistra con ruoli di potere. L’errore più grande delle donne, è pensare però, che quel ruolo ti debba essere assegnato per forza, da un uomo». È un po’ come «pretendere di far governare il Pd a tutti i costi, nonostante non vinca le elezioni da più di 10 anni, solamente perché lo ha deciso qualcun’altro». Il riferimento è chiaro. Chiarissimo. Applausi.
 

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