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"Draghi ha copiato tutto a Conte", Travaglio non se ne fa una ragione. Cosa dice dalla Gruber
Resta un "giallo", per Marco Travaglio, la caduta del governo dell'amato Giuseppe Conte. Tanto che l'ex banchiere centrale per il direttore del Fatto quotidiano, ospite stasera venerdì 19 febbraio di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, gli ha copiato il discorso...
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Sullo sfondo la debacle del Movimento. "I 5stelle oggi non contano più niente pure essendo il partito di maggioranza relativa in Parlamento e sono esplosi per la scelta di entrare nel governo", dice Travaglio che vede nelle parole di Draghi quelle dell'avvocato del popolo. "Il discorso di Draghi per metà era un elogio del Governo Conte 2, e l'altra metà uguale al discorso di Conte del settembre 2019. Questo accresce il giallo di questo premiericidio, perché è caduto il Governo Conte? Draghi si è preso 11 ministri su 22 che erano con Conte. Anche sul Recovery plan ci sarà continuità".
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Tutto uguale "salvo qualche parola cambiata e qualche avverbio cambiato rispetto al discorso che fece Conte nel settembre del 2019 presentando alle Camere il suo secondo governo. E questo accresce il mistero sul giallo di questo premiericidio senza movente. Perché è caduto il governo Conte? Esaminiamo le cose che ha detto Draghi e le cose che sono accadute nelle ultime due settimane - è la tesi di Travaglio - Avevano detto che erano incapaci e Conte era il simbolo della politica incapace" e Draghi si è preso "undici ministri suoi".
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Non si arresta Travaglio, è un fiume in piena, tanto che la Gruber raccomanda sintesi ma niente, lui va avanti. "C'è una dichiarazione di continuità" da parte di Draghi con Conte, ribadisce, "ma vado oltre: ci hanno detto che c'era la dittatura sanitaria, che era un disastro Speranza, il CTS, Arcuri, le chiusure.... Confermato Speranza, confermato il CTS, probabilmente verrà confermato anche Arcuri. Hanno detto che il problema era la prescrizione è notizia di oggi è che Marta Cartabia (ministar della Giustizia, ndr) ha fatto congelare tutti gli emendamenti che volevano cancellare la riforma di Bonafede e tutti quelli che la ritenevano una cosa urgentissima hanno accettato di congelare quindi di lasciare lì dov'è la riforma". Un profluvio pro-Conte che coinvolge addirittura l'ex ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che quando diceva di "fare lezione fino a giugno la volevano menare e lapidare". Forse Draghi ha preso spunto dalla Azzolina.