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Sottosegretari, per il ministro Colao si scalda già Marianna Madia

Filippo Caleri
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C’è ancora molta confusione sotto il cielo del governo, o meglio del sottogoverno, e cioè di posti, poltrone e predellini per conquistare un pezzetto di potere sotto l’ombrello di Draghi. Le indiscrezioni si susseguono. Così in avvicinamento all’Innovazione tecnologica e digitale guidato da Vittorio Colao viene data Marianna Madia, donna, Dem, e dunque con diritto di prelazione sulla poltrona dopo le polemiche per la mancata rappresentanza femminile nel nuovo esecutivo.

Se la casella non è ancora certa quello che è sicuro è che Colao la squadra di collaboratori la troverà ben posizionata. Già, la ex ministra Paola Pisano, nel 2020, non ha mancato di fare una bella infornata di consulenti esterni. Sono una squadra di circa 20 tecnici con contratti partiti in varie date lo scorso anno (spesso trimestrali) e tutti puntualmente rinnovati dal primo gennaio di quest’anno. I ruoli sono svariati così come gli importi che vanno dai 25mila euro annui e arrivano in alcuni casi a 100mila. Certo la Pisano contava di continuare la sua esperienza di governo almeno fina alla fine della legislatura. La mossa di Renzi le avrà scombussolato i piani con il risultato che Colao si troverà di fronte un pattuglione di esperti non scelti da lui. E non potrà far altro che usarli. Difficile immaginare rescissioni repentine di contratti che comporterebbero comunque un costo per l’amministrazione.

Non diversa la situazione alla presidenza del consiglio dove, al Dipartimento di Programmazione economica, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 i posti per gli esperti a contratto sono stati tutti riempiti. Così sono entrati per consigliare il governo Marco Carpinelli (che è anche ad dell’Interporto Marche) e il professore Alberto Gambino. Luca Murrau, Domenico Siclari (consigliere giuridico le questioni legislative regolamentari in materia creditizia e finanziaria) e Simone Lucattini, professore di diritto amministrativo all’Università di Siena, sono stati nominati esperti del Nars (Nucleo per la regolazione servizi di pubblica utilità). Infine Salvatore Trevisi, già energy manager dell’Università del Salento, ha ottenuto un contratto in qualità di esperto del Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica. Fin qui gli uomini che troveranno i neo ministri. Che ancora non conoscono invece quali saranno i loro vice e sottosegretari. I rumors si susseguono e la partita non è ancora chiusa. Partendo dal dicastero dell’Economia viaggiano verso la riconferma Laura Castelli (M5s) e Antonio Misiani (Pd). Ma in corsa per via XX settembre, grazie alla nuova composizione governativa, c’è anche Massimo Bitonci (Lega) e Gilberto Pichetto Fratin (Fi). Doppia candidatura per il grillino Stefano Buffagni speso come nome sia per lo Sviluppo Economico sia per l’Ambiente e la transizione ecologica. A spartirsi le deleghe della Guardasigilli, Marta Cartabia, circolano le indicazioni di Gennaro Migliore (Italia Viva), Vittorio Ferraresi (M5s), Valeria Valente (Pd) e Francesco Paolo Sisto (Fi). Un leghista ci sarebbe anche per l’Interno dove ha prenotato un posto Stefano Candiani che se la batte con Vito Crimi (M5s) e il piddino Matteo Mauri.

Accanto a Giancarlo Giorgetti, nel ministero di Via Molise, sono in lizza due Dem: Gian Paolo Manzella e Alessia Morani. Spazio alla Lega anche al dicastero del lavoro con un possibile ritorno di Claudio Durigon, che corre con Chiara Gribaudo (Pd) e Davide Faraone (Iv). Conferma probabile per il pentastellato Giancarlo Cancelleri ai Trasporti con Salvatore Margiotta (Pd). Altra donna del Pd, Anna Ascani, è la papabile sottosegretario per l’Istruzione mentre il grillino Gianluca Vacca è diretto verso la Cultura. Infine la Salute dove si giocano la permanenza Pierpaolo Sileri (M5s) e Sandra Zampa (Pd) che potrebbero giocarsi un posto col leghista Gian Marco Centinaio. La lotta è ancora dura e chi può tenta di proporsi per ottenere il via libera a una candidatura dai partiti di riferimento. I rumors raccontano di Antonio De Poli (Udc) in contatto con il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, per strappare un posto da sottosegretario al tavolo delle trattative. Sul piatto De Poli, che pare disposto a tutto, avrebbe messo anche la sua carica di questore al Senato. Cosa non si fa per un posto al ministero.

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