Draghi blinda il Senato con 262 sì, ma i dissidenti grillini gli negano la fiducia
Mario Draghi incassa la prima fiducia al Senato con 262 sì (40 i no e 2 gli astenuti). Numeri che "blindano" il suo governo e assicurano, almeno per l’avvio del lavoro, una navigazione tranquilla. Anche se i "dissidenti" M5s che votano no sono 15, con in più 6 pentastellati assenti che non rispondono alla "chiama". Dunque, resta alta la tensione nel Movimento, dove il dissenso non si placa.
La lunga giornata d’esordio per Draghi a palazzo Madama scorre via senza eccessi di pathos, tantomeno si registrano momenti di tensione, gli ormai soliti toni in crescendo dei leader a cui l’Aula era solita assistere negli ultimi mesi. Unico "distinguo" che ripropone le divisioni tra centrosinistra e centrodestra quando il premier cita Giuseppe Conte: i giallorossi applaudono, cori di "buu" si levano dai banchi dell’allora opposizione.
Per il resto, fatta eccezione per il "no" di Fratelli d’Italia, i sì sofferti di diversi senatori pentastellati e la prevista "pattuglia" dei dissidenti M5s che si attesta a quota 15, Domani tocca alla Camera, ma anche nell’altro ramo del Parlamento è atteso un risultato da record, anche se per il momento al Senato il governo Monti detiene ancora il primato del nuemro dei voti a favore (281).