L'Aria che tira

L'Aria che tira, Maria Giovanna Maglie durissima: Draghi pensa di essere alla Bce. Poi la fosca previsione sul governo

Giada Oricchio

A L’Aria che Tira, il programma di Myrta Merlino in onda martedì 16 febbraio su LA7, Maria Giovanna Maglie fa una fosca previsione sul Governo di Mario Draghi e gli dà un consiglio: “Deve comunicare. L’Italia non è la BCE”. E affonda sul Ministro Speranza.

 

  

La giornalista Maria Giovanna Maglie, ospite di Myrta Merlino, ha messo a fuoco gli ostacoli del governo Draghi davanti ai partiti che continuano a litigare. Domani, mercoledì 17 febbraio, il neo Presidente del Consiglio chiederà la fiducia in Senato, ma la partenza di quello che sulla carta doveva essere il “governo dei migliori” non sembra entusiasmante: “E’ un governo di coalizione faticosamente messo insieme, si tratta di persone che la pensano diversamente e questo ha aperto una serie di crisi interne ai partiti tranne nei più forti e coesi. Faccio l’esempio del M5S: Grillo è arrivato e ha messo un tappo alle discussioni, ma non è bastato. A voler essere malpensanti si potrebbe dire che le poltrone sono poche e il futuro è incerto”.

 

La Maglie ha osservato anche che il silenzio comunicativo di Mario Draghi (non ha rilasciato dichiarazioni prima dell’intervento in Parlamento, nda) è un errore: “Secondo me deve comunicare di più, non vuole farlo con i social e in streaming? Bene, ma non può nemmeno pensare di essere alla BCE. Ha scelto lui i componenti dei partiti e deve prendersi le conseguenze. Credo che avremo un periodo di grande agitazione e Draghi deve farsene una ragione”.

 

Durissima invece sul Ministro alla Salute Roberto Speranza la cui riconferma è stata una grossa sorpresa: “Io questa fiducia e questa speranza… in Speranza non la condivido, è il vero punto debole di come è nato questo governo. Nessuno ha spiegato come il partito più piccolo del Parlamento abbia mantenuto il ruolo principale. Speranza non ha lavorato bene, il piano vaccinale non funziona, la medicina del territorio non è mai partita, le terapie alternative al vaccino non sono state prese in considerazione. Deve cambiare passo o ce lo devono spiegare perché è ancora lì”.

Infine, la scrittrice e giornalista ha voluto rispondere a Peter Gomez, direttore de ilfattoquotidiano.it: “Io non vedo alcun paragone possibile tra i due Matteo, cioè Renzi e Salvini se non che sono gli unici due leader in circolazione. Una nazione democratica ha bisogno che comandino i partiti e loro sono leader”.