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Governo Draghi, il MoVimento Cinquestelle è pronto ad esplodere dopo i ministri: "Asfaltati"

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Gaetano Mineo
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Il MoVimento Cinquestelle è pronto ad esplodere. Tra i ministeri del nuovo governo Draghi, non c'è traccia di quello per la Transizione ecologica con al suo interno lo Sviluppo economico propagandato da Beppe Grillo alla vigilia del voto su Rousseau. La prima mina la innesca il senatore 5ste11e Mattia Crucioli, dichiarando che non voterà la fiducia al nuovo esecutivo, preannunciando, di fatto, l'addio al Movimento. Nel mirino di Crucioli, il co mico genovese: «Che vergogna il riferimento di Grillo ai messaggi in codice lanciati da Radio Londra alla resistenza, proprio nel momento in cui l'ultimo focolaio di resistenza organizzata all'interno del Movimento si piega al tecnocrate della finanza internazionale». Poi c'l'affondo di Barbara Lezzi, senatrice del M5s: «Il super ministero chiesto da Beppe Grillo non c'è. Il ricco ministero dello Sviluppo economico sarà affidato alla Lega con Giorgetti. Noi non abbiamo votato per questo sulla piattaforma Rousseau».

Molti si aspettavano un maggiore ricambio. A parte l'entusiasmo dell'ala go vernista per Luigi Di Maio, confermato ministro degli Esteri. «Ci hanno asfaltati», «tutta l'industria in mano alla Lega». Sono alcuni dei post a firma di parlamentari 5ste11e nelle chat interne. Un'altra parlamentare osserva: «Ci hanno asfaltato to talmente. Lega e Forza Italia contano più di noi». «Ragazzi, ma siete davvero convinti di votare questo governo?» domanda un'altra pentastellata. Arriva anche il commento democristiano di Vito Crimi, reggente M5s: «Buon lavoro al presidente Mario Draghi che dovrà guidare il Paese in questa difficile fase storica».

Se la rottura non è ancora scissione, di certo, per il M5s, inizia un nuovo corso, segnato da due fronti opposti all'interno dello stesso movimento e marcati maggiormente dall'esito del voto su Roussoau. Un nuovo corso segnato da una spaccatura tra Grillo e Davide Casaleggio mai vista prima. Sullo sfondo, la battaglia tra gli eletti e il figlio del fondatore del M5s sulla gestione della piattaforma. Che, invece, si sta riprendendo sempre più spazio. Non solo la maggior parte dei post pubblicati sul blog delle Stelle vede ormai quasi unicamente la firma di Rousseau, ma è proprio la piattaforma che in queste settimane si sta dando da fare per riorganizzare i territori, federare gli attivisti, organizzarli in sedi digitali. Un lavoro capillare che il M5s ha da tempo lasciato da parte. Ma che potrebbe essere la chiave per la rifondazione di un movimento ispirato da Di Battista. Da qui, dicono i maligni, l'addio di Dibb a che venuto a conoscenza dei nuovi ministri, si interroga: «Ne valeva la pena?».

Di certo, per Alessandro Di Battista - sempre più vicino a Casaleggio «è finita una bellissima storia d'amore». Poi tenta di gettare fumo negli occhi: «Ora non ho alcun futuro politico, sto scrivendo libri». Più eloquente, invece, il capo di Rousseau, secondo cui «chi oggi guida l'azione politica del M5s dovrà fare in modo di non gestire questo momento con arroganza oppure la larga parte contraria alla scelta di ieri (giovedì, ndr) potrebbe allontanarsi». Ha sapore di minaccia politica quella di Casaleggio, e non tanto peregrina, a sentire alcuni esponenti penta stellati. «L'esodo è iniziato e purtroppo non si arresterà» sentenzia la senatrice 5ste11e Bianca Laura Granato. E sferra un colpo basso ai vertici grillini: «Non è con la violenza di una votazione collettiva, abilmente e sapientemente manipolata, che tieni unito un gruppo».

A dar man forte, il suo collega di Palazzo Madama, Elio Lannutti: «Molti che non si riconoscono più in un M5s genetica mente modificato come una pannocchia della Monsanto, se ne andranno». La spaccatura del M5s, oltre che nei vertici è sempre più evidente in parlamento. Poco meno di una ventina, tra Camera e Senato, gli adii messi in conto. Dopo Crucioli, ecco ora chi potrebbe ora uscire allo scoperto: Luisa Angrisani, Rosa Silvana Abate, Donatella Agostinelli, Pino Cabras, Jessica Costanzo, Francesco Forciniti, Paolo Giuliodori, Laura Granato, Virginia La Mura, Alvise Maniero, Mantero, Vilma Moro nese, Raphael Raduzzi, Andrea Vallascas, Orietta Vanin e Leda Volpi. Guardano a Dibba anche Lezzi e Danilo Toninelli. E iniziato un nuovo corso, nel M5s.

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