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Così Giorgia Meloni ridicolizza il governo dei "migliori". E a Draghi chiede 007 in difesa del made in Italy

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E questo darebbe il governo dei migliori? Giorgia Meloni non è pentita di aver scelto la via dell'opposizione all'esecutivo di Mario Draghi per Fratelli d'Italia, unica forza politica in Parlamento a non appoggiare il governo. Su Facebook ha postato una foto con i tanti ministri del Conte 2  "confermati" da Luigi Di Maio a Luciana Lamorgese, da Dario Franceschini a Roberto Speranza.

 

"In che modo gli stessi che hanno messo l’Italia in ginocchio dovrebbero aiutare a rialzarla? Rivendico con orgoglio la nostra scelta di coerenza e rimango dell’idea che la strada migliore per la nostra Nazione fosse quella di libere elezioni: l’Italia necessita di un governo forte e (veramente) unito", è il commento della presidente di FdI. 

Ma la Meloni ha in mente un'opposizione costruttiva, responsabile. E con un’intervista al quotidiano Milano Finanza arriva la prima proposta, legata alla cessione di Borsa Italiana e l'approdo all'hub finanziario paneuropeo. "Ci sono asset che gli Stati nazionali si tengono ben stretti, perché sono giudicati vitali per l’esistenza stessa della Nazione. In Italia negli ultimi decenni è mancata l’attenzione verso questo grande tema. L’operazione di Borsa-Euronext è solo l’ultima di una lunga serie che vede società straniere, prevalentemente francesi, prendere il controllo di 'siti sensibili'. Consentire a una società francese guidata da personalità legate a doppio filo con lo Stato francese di prendere il controllo di Piazza Affari, equivale a regalare un punto d’osservazione privilegiato sul tessuto produttivo e industriale italiano, esponendoci ancora di più ad operazioni di tipo predatorio", dichiara la leader di FdI.  

 

"Il governo Pd-M5S non si è minimamente attivato per valutare ipotesi di una cordata italiana, dando così il segnale che i giochi erano già stabiliti e non sarebbero state gradite iniziative nazionali. Ed è per questo che abbiamo chiesto a Draghi di intervenire con urgenza nell’organizzazione dei nostri servizi per creare una forte struttura di intelligence economica", è la proposta della Meloni.

 

Nell'intervista al quotidiano finanziario la Meloni mostra preoccupazione per "la presenza della francese Vivendi in Tim" che "richiama il tema della proprietà dell’infrastruttura di telecomunicazioni, nel tempo finita sotto controllo straniero. È un’anomalia che non solo crea squilibri sul mercato, ma che ci espone anche sul fronte della sicurezza perché lo Stato non controlla una delle sue infrastrutture strategiche più importanti". 

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