parabola
Rocco Casalino, i tormenti del Portavoce nel libro choc tra padre, violenze e alcolismo
Ufficialmente esce lunedì, ma Giorgio Gandola fa capire su La Verità di avere avuto già per le mani l'autobiografia di Rocco Casalino, "Il Portavoce". Piena di episodi personali, più che politici. Come l'odio nutrito per anni verso il padre davanti a lui picchiava e violentava la madre. Tanto da non avere remore nel raccontare di essere stato accanto a lui alla fine in ospedale, non per pietà o per assisterlo negli ultimi istanti della malattia, ma per sibilare: "Muori. Devi morire!". E non si giustifica nemmeno per questo impeto di odio: "Pronuncio queste parole con lingua ferma, a voce né troppo alta né troppo bassa. Senza rabbia. Parole ferme, dure, normali (...) La rabbia ha impregnato ogni fibra del mio essere, ma è così da tanto tempo che è diventata tutt'uno con la mia anima e con il mio corpo (...) Sono sollevato. Tutto il male che aveva fatto a mia madre, tutto il dolore che aveva fatto patire a me da ragazzo (...). Non ho mai provato un dolore più grande che vedere picchiare, umiliare, violentare mia madre...".
Rocco racconta anche la dannazione del Grande Fratello che si è portato addosso per tanti anni e la fascinazione per la politica nata dopo quella esperienza. A fare un pensierino su di lui fu proprio il Pd. Barbara Palombelli lo mise in contatto con il marito Francesco Rutelli che lo spedì a fare un colloquio con Walter Veltroni. Ma non fu folgorato, tanto che decise dopo quel faccia a faccia di cambiare mestiere diventando quello che è: un comunicatore.