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Governo Draghi, alla cultura è pronto Claudio Strinati: bye bye Franceschini

Gianfranco Ferroni
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“Bye bye Dario Franceschini, i beni culturali andranno all’ex soprintendente Claudio Strinati”: a Roma il mondo intellò non parla d’altro, dando per certo l’arrivo a via del Collegio Romano di Strinati, un’istituzione, amatissimo sia dal colto che dall’inclita, e che ha lavorato anche con la sorella di Mario Draghi, la stimatissima storica dell’arte Andreina, già direttore di palazzo Venezia. E il cognome Strinati, una vera dinastia, vuol dire qualcosa per chi ha studiato dai gesuiti: anche se accanto al nome del divo Claudio sono circolati quelli di Cristiana Collu, alla guida della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e di Marina Mattei, storica curatrice del Musei Capitolini, archeologa di chiarissima fama e, per la cronaca, amica da sempre di Olivia Paladino, la compagna di Giuseppe Conte (ha pure elaborato un volume sulla storia del palazzo di via del Corso dove ha sede l’Hotel Plaza). Certo, Vittorio Sgarbi aveva un’altra idea: “La figura tecnica più in vista sarei io stesso”, ha detto, lanciando però i nomi di Salvatore Settis, Massimo Osanna, Roberto Calasso e Giorgio Montefoschi. Una poltrona davvero ambitissima. Ma Franceschini farà di tutto per non lasciarla.

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