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I Cinque stelle affidano a Rousseau il destino del governo Draghi

Francesco Storace
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La curiosità c’è tutta: i cinque stelle affidano il destino del governo di Mario Draghi alla piattaforma Rousseau. Del resto, ricordano di averlo fatto anche in occasione dei precedenti esecutivi capeggiati da Giuseppe Conte. Ma era un premier che veniva dal loro fronte.
Stavolta è diverso e sul nome di Draghi potrebbe esserci anche qualche sorpresa. I mal di pancia viaggiano sulla rete. E se il responso sarà simile a quello che si legge in queste ore, c’è da scommettere sulle paure di quella parte di gruppo dirigente contrario a sostenere il governo voluto da Sergio Mattarella.
Come dicono molti, tanto dipenderà dal tipo di quesito che sarà sottoposto agli iscritti alla piattaforma. Se riguarderà ad esempio pure il perimetro della coalizione – la terza in una sola legislatura – anche per la ritrovata alleanza con la Lega di Matteo Salvini. Ma fa certamente discutere ritrovarsi in condominio persino con Forza Italia e Silvio Berlusconi.
Alessandro Di Battista soffia sulle vele del no. Anche se non vuole fare scissioni, è nettamente contrario al sostegno al governo Draghi. Sarà comunque un esercizio di democrazia, che consentirà di capire anche se e quanto sia mutato l’elettorato dei Cinque stelle, rispetto alla dimensione rivoluzionaria che si era dato all’esordio della politica “contro la casta”. Che oggi è un po’ più difficile da sostenere quando si passa da un’alleanza a destra a quella con la sinistra e poi con il superbanchiere per eccellenza.
Il voto ci sarà il 10 e 11 febbraio, mentre Draghi riceverà domani la delegazione dei Cinque stelle nel secondo giro di consultazioni. E anche da quel colloquio potrebbe dipendere la natura del quesito che sarà rivolto agli iscritti. Saranno giorni in cui il nuovo esecutivo potrebbe ballare.

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