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Giuseppe Conte vuole candidarsi a sindaco di Roma? Così si schianta due volte

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Giuseppe Conte tenta la corsa al Campidoglio? Il premier dimissionario "silurato da una parte della sua stessa maggioranza di centro sinistra (...) potrebbe rientrare dalla finestra", si legge in un'analisi pubblicata sul sito 7Colli.  L'ipotesi "che si può definire fantapolitica" e "al limite della fake news" è stata rilanciata anche da Repubblica

 

Ma perché Conte dovrebbe intraprendere una sfida così rischiosa?  "Intanto, sicuramente a Roma si vota entro l’anno. A giugno, da scadenza naturale. O in autunno, se la pandemia fosse ancora troppo forte. In ogni caso a breve. E l’ex premier che amava definirsi ‘l’avvocato del popolo’ potrebbe sfruttare l’onda lunga del suo mandato. Prima di essere inevitabilmente dimenticato e oscurato dalla personalità di Mario Draghi. Ma c’è anche dell’altro...", si legge su 7Colli. "La sua figura metterebbe fuori gioco la Raggi. Che a quel punto potrebbe correre come indipendente con una sua lista civica. Ma poco più. E creerebbe problemi anche a Calenda. Consentendo al PD di risolvere l’empasse di non avere in casa un candidato di primo piano. Dopo il secco no ricevuto dal presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Peccato però che nessuno abbia chiesto il parere dei cittadini romani. Che avrebbero bisogno di un sindaco vero. E non di ex leader in cerca di una seconda opportunità".

 

Conte non è l'unico nome del governo uscente a spuntare nel toto-candidati in lizza per il sindaco di Roma. "Circola anche quello del ministro economico Gualtieri. Sempre per la corsa alla poltrona di primo cittadino della Capitale. Anche lui romano, e recentemente approdato alla Camera alle elezioni suppletive nel collegio del centro storico. Con oltre il 60% dei consensi. Peccato però che in quell’occasione abbiano votato poco più del 40% degli elettori. Il che significa uno su quattro. Troppo poco per vincere in una sfida che suona  già come un referendum. Rispetto alle tante cose che in questi cinque anni non sono andate bene. E che certo dipendono dalla Raggi. Ma anche da un governo che troppo spesso quando Roma chiamava si è voltato dall’altra parte. Ecco perché l’operazione di ‘riciclare’ in Campidoglio l’ex primo ministro o il titolare dell’Economia rischia di essere un pericolosissimo boomerang".

 

Finora i leader che si sono presentati per essere eletti a sindaci di Roma" lo hanno fatto nel pieno della loro ascesa politica". Basti pensare  a Rutelli e  Veltroni. "In questo caso invece - conclude l'articolo - si tratterebbe di un vero e proprio passo del gambero. Fallito a livello nazionale, curarsi le ferite e rimanere in sella ripartendo dal Campidoglio. Viene proprio da dire, per carità. Abbiamo già dato".

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