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Renzi fulmina Bettini: la corrente thailandese del Pd non mi riguarda

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Si toglie macigni dalla scarpa, Matteo Salvini, dopo l'ennesima "mossa del cavallo" che ha tolto Palazzo Chigi a Giuseppe Conte e umiliato il Partito democratico da cui proveniva. Il sassolino più pesante è quello lanciato nella direzione di Goffredo Bettini, grande tessitore delle trame dem. 

 

"La linea politica del Pd in questa crisi per me è inspiegabile. Potevano svolgere una funzione di mediazione, di equilibrio, di rilancio. Hanno scelto di appiattirsi sulla posizione ’O Conte o voto'. Le vicende di questi giorni dimostrano che la politica non si fa con gli aut aut ma con una paziente opera di tessitura e dialogo", diche Renzi in una intervista a Repubblica.

 

"C’è chi sostiene che Zingaretti e Bettini avessero una raffinata strategia in testa. Evidentemente era talmente raffinata da sembrare inesistente. O forse non l’ho capita io. Ma sinceramente oggi la priorità sono i vaccini, il Recovery Plan, il lavoro. Non Goffredo Bettini", è l'affondo che prende le sfumature del dileggio: "La corrente thailandese del Pd non mi riguarda, io sto sui contenuti". II Pd sostiene che lei è più preoccupato di distruggere li Pd che di guadagnare consenso, gli chiedono. "Quando esco da un posto sono abituato a spegnere la luce. Ciò che accade in casa d’altri non mi riguarda più. Dopo di che qualcuno deve spiegare ai dem che non esiste solo il consenso per chi fa politica. Forse non crescerà il livello dei miei sondaggi ma sicuramente con Draghi crescerà il numero degli occupati" è la risposta del senatore di Rignano.

 

Sulla missione di Mario Draghi incaricato dal presidente Sergio Mattarella di formare un governo di alto profilo: Renzi commenta: "l Recovery è uno scambio: ci danno soldi se facciamo riforme. Da questo punto di vista la leadership di Draghi è un’assoluta garanzia. È come se avessimo fatto un’assicurazione sulla vita. Ma sulla vita del Paese. Io ho frequentato i consessi internazionali: nessuno gode della stima di Mario, da Obama a Trump a Biden, dalla Merkel a Macron a Johnson. Ci saranno riforme, altrimenti non arriveranno le risorse europee". 

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