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Di Maio prova a spezzare l'asse Conte-Casalino. Appello ai grillini: su Draghi pensiamoci bene...

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Luigi Di Maio prova a spezzare l'assedio di Giuseppe Conte e Rocco Casalino al gruppo 5 stelle. Da ieri molti pressing di palazzo Chigi dove il novello generale Giap (quello che combatteva nella foresta per anni non capendo che la guerra era finita) si è asserragliato per fare fallire il tentativo di Mario Draghi, illuso di potere tornare in campo lui. Telefonate continue alla Taverna, a Perillo e a Castaldi cui ha promesso candidature nel suo partito se riescono a fare saltare Draghi. Ma Di Maio prova a non fare insultare in questo modo il presidente della Repubblica e a fare ragionare i suoi impazziti: prima si ascolti, e poi si discuta.

 

“Comprendo gli animi e gli umori di queste ultime ore. È legittimo. Stiamo attraversando una crisi politica complessa e non abbiamo colpe. Non abbiamo cercato noi lo stallo, non avremmo mai voluto che si arrivasse a questo, con una pandemia in corso e le enormi difficoltà del nostro comparto produttivo", si legge in un messaggio indirizzato alle redazioni con la dicitura delle grandi occasioni: "importante".

 

"Ma è proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese - continua il ministro degli Esteri del Conte 2 - Oggi si aprono le consultazioni del premier incaricato Mario Draghi, secondo la strada tracciata dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che ringrazio. In questa fragile cornice, il MoVimento 5 Stelle ha, a mio avviso, il dovere di partecipare, ascoltare e di assumere poi una posizione sulla base di quello che i parlamentari decideranno. Siamo la prima forza politica in Parlamento e il rispetto istituzionale viene prima di tutto”. 

 

Il Movimento 5 stelle è spaccato, dopo anni di compromessi in cui i duri e puri grillini hanno dovuto digerire l'asse con la Lega di Matteo Salvini prima e il governo rossogiallo con il Pd che chiamavano il "Partito di Bibbiano", una grossa fetta del Movimento è tentata dal dire no a Mario Draghi, anche e soprattutto per le pressioni di cui sopra.  Il  "ribellista" Alessandro Di Battista ha già battezzato Draghi  "l'apostolo delle élite" da contrastare in ogni modo. Il governista Luigi Di Maio, invece, apre. Eccome se apre.

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