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Crisi di governo, Cartabia in pole per il piano B. E ha già un manifesto politico

Pietro De Leo
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La fase è talmente delicata che non si sa come definire quel nome che aleggia sulle consultazioni-bis, ossia quelle che sta conducendo Roberto Fico. Spauracchio sarebbe troppo banale, deterrente troppo forte. Ma non è neanche una carta coperta, perché oramai il suo profilo si delinea sullo sfondo di una crisi di governo troppo lunga per essere sopportabile da un Paese ferito e disastrato. Il nome è, appunto, quello di Marta Cartabia, già presidente della Corte Costituzionale. Entrata da settimane nelle pagine di quel racconto politico che si scrive con i condizionali, con i «potrebbe» e «sarebbe». Ora, però, gli indizi si affollano e dunque quel nominativo assume i connotati di un protagonista virtuale si, ma sempre più nitido.

Ieri, per esempio, La Stampa ne pubblicava l'intervento in occasione della presentazione del Piano Strategico 2021-2014 della Compagnia San Paolo. A collocarla nel momento storico particolare, la prolusione acquista una certa venatura programmatica, in direzione di ricucire un Paese sfibrato, nel segno della «responsabilità» e soprattutto nel recu pero di quella sinergia tra diversi livelli istituzionali che, sotto l'infuriare del Covid, si sfaldata a tal punto da sconfinare nella conflittualità. E poi la chiamata al coinvolgimento dell'intero tessuto sociale, in tutte le sue declinazioni. Cartabia cita «istituzioni illuminate», «cittadinanza attiva», «terzo settore e generazioni future». Non manca la proiezione sulle nuove generazioni, ovviamente, nella chiave di non perdere l'occasione del Recovery Plan. Ovvio che a questa esposizione di sani principi non si pue) ridurre una prospettiva di governo, tuttavia si pue) intravvedere l'impostazione di un governo istituzionale. Per nulla incompatibile, peraltro, con quelle forze moderate di centrodestra contrarie ad andare al voto subito. Dà più peso al tutto, inoltre, che Cartabia sia donna, nell'epoca in cui il tema della parità tra sessi è stato ampiamente enfatizzato dall'arrivo di Kamala Harris alla vice presidenza degli Stati Uniti. E di certo che il nome Cartabia sia sul tavolo esistono anche altri indizi. Tipo un flash di Dagospia che, qualche giorno fa, commentava in maniera allusiva.

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