Neanche loro ci capiscono nulla. Il dem De Luca in tilt da Vespa e Mulè lo grazia
Alzi la mano chi ha capito, anche solo qualcosa, degli ultimi sblazi umorali della politica nostrana. I media si arrabattano come possono, con indiscrezioni più o meno attendibili, ma pure i deputati, diciamoci la verità, fanno una gran fatica a raccapezzarsi. Prendete De Luca, il giovane deputato del Pd. Di certo tra i più preparati tra le fila dei dem.
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In tv ripete però come un mantra: Conte è il punto di equilibrio, per noi è imprescindibile». Il perché il Pd, si arrocchi a tal punto sul nome di Conte, rimane inspiegabile anche a molti esponenti della segreteria del Nazareno. A tal riguardo, pertinente appare la battuta sarcastica di un big della segreteria democratica, in lizza, secondo le indiscrezioni, per succedere proprio a Conte. «Zingaretti ha ribadito fiducia a Conte? Bene, allora vuol dire che l’hanno già bruciato». «Vogliamo Conte per formare un governo ad impronta fortemente europeista. Lui solo, può garantirlo al Paese». Sostiene sempre De Luca.
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Quando il conduttore fa però notare al piddino che Conte, fu solo un anno fa, premier del governo gialloverde, a trazione più che mai sovranista (i 5 stelle, pure loro, proposero il referendum no euro per intenderci) allora si ha l’impressione che in studio, si pattini sul ghiaccio. «Si è ravveduto nell’ultimo periodo», chiosa timidamente. L’impressione, è che manco lui ci creda. Ma neanche per sbaglio. Nello stesso dibattito, un Giorgio Mulè di Forza Italia in grande spolvero, decide invece di non infierire «sul pur bravo amico Piero» in evidente difficoltà.