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Boris Johnson, Matteo Renzi e gli altri: quando la politica va in bici

Alberto Fraja
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È sicuramente il mezzo di locomozione più innocuo ed ecologico al mondo. Non è fonte di guerre e conflitti perché non ha bisogno di energia fossile per funzionare. Per strada non contribuisce alla eruzione di perniciosissime Pm10. Riduce gli incidenti stradali e fa benissimo alla salute di chi ne monta l’arcione. Ma è soprattutto il veicolo più democratico e bipartisan di cui l’homo sapiens sapiens può disporre. Accomuna, nella passione, ricchi e poveri. Manager e travet. Primi ministri, sindaci di metropoli e teste coronate. Parliamo della bicicletta (e di cos’altro se no?) 

C’è chi ne preferisce la versione indoor (la cosiddetta bicicletta stazionaria). È il caso del neo presidente degli Stati Uniti John Biden. La sua Peloton è provvista di un numero talmente elevato di accorgimenti tecnologici da consentire al suo «cavaliere» il perpetuo collegamento online con una infinità di utenti sparsi per il web e su viagginbici.com. Da quando Biden è approdato alla Casa Bianca, tuttavia, più di qualche suo consigliere ha sollevato il problema della opportunità di conservare una siffatta bike nella nuova residenza. Ragioni di cybersecurity consiglierebbero di alleggerirla di ogni diavoleria d’interazione, considerata potenziale veicolo di spionaggio. Ma se così fosse, che gusto proverebbe «Sleepy Joe» nel pedalarla? 

Un fan da sempre della bici è Boris Johnson. Il perennemente spettinato primo ministro inglese, di recente, ha fatto scalpore per una pedalata che lo ha portato a sette miglia lontano da casa (undici chilometri all’incirca) superando così i limiti dell’attività fisica consentita «in prossimità» della propria abitazione. Un fenomeno. 

E che dire delle teste coronate innamorate del velocipede? La bella e bionda regina d’Olanda, Máxima Zorreguieta lo usa come un suddito qualsiasi. La differenza sta nell’outfit. Quando monta in sella sua maestà ama infatti sfoggiare un abbigliamento dai colori cromaticamente chiassosi. Non teme, evidentemente, l’assalto di zanzare, vespe e tafani. Per rimanere nella terra dei tulipani, da segnalare che anche l’ormai ex premier Mark Rutta amava spostarsi da un ministero all’altro a bordo della sua Koga nera. 

Riapprodando ai patrii lidi, mitologica resta la bicicletta dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino. Il più multato primo cittadino della storia dell’Urbe, della sua Lombardo a pedalata assistita aveva fatto un simbolo. Ricordate? Arrancava per le martoriare vie del centro storico romano ostentando un sorriso forzato a favore di telecamera o di obiettivo per dimostrare che lui era un quisque de populo, l’uomo della strada che si sposta in bici, mica in auto blu (un atteggiamento che fa molto greenwashing). 

Peccato che per allestire questo siparietto quotidiano fosse necessaria la presenza di diciotto vigili urbani; diciotto ciclomoschettieri che al tempo si alternavano, due alla volta, dandosi il cambio per seguire il borgomastro pedalante. 

Lo stesso modello di bici di Marino lo monta l’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che a suo tempo fu anche criticato per via di una foto che lo ritraeva scorrazzante senza mani (cosa vietata dal codice della strada, come subito si fece notare) mentre raggiungeva la sede del Ministero. 

Altri aficionados della due ruote sono il sindaco di Napoli Gigino De Magistris, l’ex sindaco di Milano Pisapia e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi da Rignano sull’Arno. 

Ma il politico che non solo in senso metaforico dà le piste a tutti quanti i ciclisti sullodati è senza ombra di dubbio l’ex presidente del consiglio Romano Prodi. Mortadella, della bici fa un uso sistematico. Vi si dedica quasi con spirito agonistico. Ciò gli ha consentito nello scorso settembre, a 81 anni suonati, di affrontare il versante altoatesino dello Stelvio, raggiungendo i 2.750 metri del Passo (si trattava di una manifestazione di beneficenza, la Maratona Alzheimer). A giudicare dalle foto che lo ritraggono orgoglioso accanto alla sua bella Passoni in titanio, sembra fresco come una rosa.
 

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