il retroscena
Il «giallo» del video di commiato. Alla fine Giuseppi si limita al post
Per una volta «Giuseppi» non va in video. Dopo aver accompagnato spesso e volentieri le lunghe sere degli italiani in lockdown con angoscianti dirette Facebook, nel giorno delle sue seconde dimissioni il premier rinuncia al messaggio alla Nazione, sebbene per tutto il giorno si fossero rincorse voci su un filmato nel quale Conte avrebbe dovuto rivolgere un appello alle forze «responsabili» in Parlamento. Alla fine il presunto video si è trasformato in un semplice messaggio su Facebook, ma per lunghe ore da Palazzo Chigi non era arrivata alcuna smentita all’ipotesi di un filmato. Poi, in serata, il chiarimento stizzito del portavoce Rocco Casalino: «Non c’è mai stato alcun video».
Le voci, in realtà, si erano diffuse in mattinata. Si diceva che Conte avesse ritardato fino alle 12 il momento della salita al Quirinale proprio perché, dopo il Consiglio dei ministri delle dimissioni, fosse impegnato a registrare il suo messaggio. A tal punto che, secondo gli stessi rumor, sul Colle si sarebbe manifestata una certa irritazione per i tempi così rallentati. In realtà, è stato proprio il Quirinale a smentire queste indiscrezioni: «Sono totalmente infondate - è stato fatto trapelare - le ricostruzioni giornalistiche che parlano di
irritazione del presidente Mattarella, riguardo a un presunto ritardo del presidente Conte nel salire al Quirinale per le dimissioni. L’appuntamento alle 12 era infatti stato già concordato a inizio mattinata di oggi dai due presidenti».
Ciononostante, nel primo pomeriggio le voci sul video imminente sono tornate a rincorrersi, e anche in questo caso da Palazzo Chigi inizialmente non sono arrivate smentite. Poi, come detto, il messaggio su Facebook ha posto fine alla querelle. Tra le spiegazioni del «giallo» potrebbe esserci stata la considerazione di quanto potesse risultare irrituale e anche istituzionalmente pericoloso un messaggio di quel tipo proprio dopo aver lasciato il pallino della crisi nelle mani del Presidente della Repubblica. Sarebbe sembrato un tentativo di prendersi una vetrina - una sorta di reincarico «virtuale» - che al Quirinale non sembrano essere per niente disposti a concedere senza avere numeri certi a garantire la formazione di un governo. In ogni caso il testo del messaggio del premier su Facebook ha ricevuto immediatamente migliaia di like di apprezzamento e di commenti di solidarietà, accompagnati anche da qualche «puntura» ironica e meno conciliante. Per la prossima diretta di «Giuseppi» occorrerà aspettare. Se ne avrà ancora occasione da premier...