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Si vota in tutto in mondo ma non in Italia. C'è la pandemia

Alberto Di Majo
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Nonostante gli sforzi del premier Giuseppe Conte e della sua maggioranza di trovare i numeri che gli permettano di restare a Palazzo Chigi, l’ipotesi del voto anticipato si fa strada. Andrebbe bene al centrodestra, che i sondaggi danno in vantaggio, anche se in Forza Italia restano parecchi scettici. Pd e M5S, invece, sbandierano le consultazioni anticipate giusto per tentare di recuperare qualche senatore che vuole tenersi stretta la poltrona. In Parlamento è diffusa la convinzione che il presidente della Repubblica non scioglierà le Camere in un momento in cui il Paese si trova stretto tra la lotta al Covid e il piano di ripartenza europeo. Eppure nel resto del mondo le elezioni ci sono, eccome. Negli Stati Uniti si è votato a novembre, in piena emergenza pandemica. Le poche voci che consigliavano di posticipare le consultazioni sono state travolte dalla convinzione che si dovesse rispettare la scadenza elettorale anche in condizioni così complicate. Gli americani si sono messi in fila con pazienza, tanti hanno scelto il voto per posta e si è registrata la partecipazione più alta di sempre.

L’ultimo Paese che ha deciso di andare alle urne è l’Olanda, dopo che il governo guidato dal premier Rutte si è dimesso in blocco per lo scandalo dei contributi contestati ingiustamente alle famiglie. Ebbene la data è stata scelta pochi giorni fa: si voterà il 17 marzo. Andranno alle urne anche i tedeschi, prima in alcuni laender, poi per scegliere il dopo Merkel. La prossima settimana, esattamente il 24 gennaio, sarà la volta del Portogallo, dove si sceglierà il presidente della Repubblica, in primavera toccherà al Kosovo, il 12 febbraio verrà rinnovato il Parlamento della Catalogna. Elettori impegnati anche in Bulgaria dove sono previste le Politiche in primavera e le presidenziali in autunno. In Albania tutti alle urne il 25 aprile. Appuntamento il 6 maggio per le consultazioni in Scozia, nel Galles e a Londra, il 23 maggio, invece, voteranno gli abitanti di Cipro. Le elezioni parlamentari nella Repubblica Ceca sono invece previste il 15 e 16 ottobre.

Insomma, votano tutti tranne noi. «C’è la pandemia, non si può rischiare», ripetono tanti parlamentari. Altri si focalizzano sul Recovery plan: «Non possiamo permetterci di ritardare la presentazione dei progetti per ottenere i 209 miliardi previsti dall’Unione europea». Ci si mettono anche i virologi a lanciare l’allarme. Meglio dunque archiviare l’idea delle elezioni anticipate, anche se in questo momento lo stallo del Paese è talmente evidente che non sembra essere rassicurante il fatto che questo governo, sempre più debole, vada avanti. I prossimi giorni saranno comunque decisivi, anche se non sarà facile far uscire il premier Conte e la maggioranza dal vicolo cieco in cui si sono cacciati.

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