Bonafede perde altri voti, il Senato ora è a rischio
Si vanno via via assottigliando i numeri al Senato a sostegno del Guardasigilli Alfonso Bonafede, in vista del voto sulla relazione sullo stato della giustizia. E se tutti i "critici" confermeranno il "no", la maggioranza rischia di essere "battuta". Il voto dell’Aula di palazzo Madama potrebbe svolgersi già mercoledì (alla Camera è già stato fissato), anche se nelle ultime ore si ipotizza un possibile slittamento a giovedì. Sarà la Conferenza dei capigruppo del Senato, convocata per martedì, a pronunciare l’ultima parola. Fatto sta che il pallottoliere, salvo sorprese, parla chiaro: al momento appare difficile per la maggioranza bissare i 156 voti favorevoli alla fiducia incassati dal governo la scorsa settimana. Ad oggi, infatti, i sì certi a sostegno del ministro della Giustizia, sulla carta ed escludendo possibili assenze giustificate, sono 145 (36 Pd, 92 M5s, 6 Leu, 5 Maie, 6 su 8 delle Autonomie, in quanto Casini ha spiegato che sarà difficile il suo voto favorevole e sulla presenza della senatrice a vita Elena Cattaneo non si hanno certezze). Difficile, inoltre, che la senatrice a vita Liliana Segre, arrivata a Roma martedì scorso proprio per votare la fiducia al Conte II, sia nuovamente tra i presenti in Aula.
I voti contrari (sempre sulla carta e salvo assenze) sono invece 136 (19 FdI, 63 Lega e 54 Forza Italia, compresi i 3 Udc, con Saccone che ha annunciato il suo no). Ci sono poi i 2 senatori di Idea Cambiamo, che farebbero salire i "no" a 138. A questi numeri, però, potrebbero sommarsi i 18 senatori di Italia viva: quasi certo il "no" di Riccardo Nencini (che invece in extremis e grazie al "Var" aveva votato sì alla fiducia martedì scorso); Teresa Bellanova ha assicurato che i renziani «ascolteranno Bonefede e valuteranno, ma se la relazione si basa sulle idee che Bonafede ha portato avanti negli anni è difficile che Italia Viva possa votarla».
Fonti parlamentari giallorosse ipotizzano un’astensione dei renziani, che però non trova alcuna conferma. Se i senatori di Iv dovessero votare contro, il fronte del "no" a Bonafede arriverebbe a toccare quota 156, quindi i voti a favore del Guardasigilli sarebbero distanziati di 11. Da considerare, poi, i voti dei singoli senatori del gruppo Misto che non hanno votato la fiducia al governo, come gli ex M5s Mario Giarrusso o Tiziana Drago, oppure quelli che invece hanno detto sì, come Lello Ciampolillo o Gregorio De Falco. Singoli voti che, comunque, farebbero oscillare di poco i numeri, rendendo quindi determinanti i 18 dei renziani. Infine, da considerare i due ex FI, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, che hanno votato a favore della fiducia martedì scorso. Sotto i riflettori anche le possibili assenze "strategiche" (tra gli "attenzionati" alcuni tra i senatori azzurri e quelli dell’area centrista).