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Conte si fa i Servizi Segreti su misura: cede la delega ma poi occupa...

Dopo la nomina del fedelissimo Benassi all'Intelligence arrivano tre vicedirettori alle agenzie

Domenico Alcamo
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Per meglio capire le trasformazioni della politica e dei politici è opportuno, a volta, riportare indietro le lancette dell'orologio. A quando Giuseppe Conte esordiva, tra il maggio e il giugno 2018, nella spola tra i palazzi del potere, nella difficile opera di tessitura del governo giallo -verde di cui fu punto di sintesi. Pigliava il taxi, era ultra morigerato nei modi e del tutto alternativo al piglio leaderista di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Ultra outsider rispetto ai rituali e soprattutto alle astuzie della politica praticata. Ebbene, a vedere come ha risolto il nodo dei servizi segreti pare un'epoca fa. Quello della delega in capo al presidente del Consiglio, cioè a se stesso, era stato uno dei punti di frizione con Matteo Renzi nel dicembre rovente della pre -crisi di governo. E pareva che pure da una parte del Pd la cosa non andasse molto a genio. Dopo una resistenza a oltranza il Presidente del Consiglio pareva che fosse sul punto di cedere, almeno a quanto aveva detto lunedì alla Camera nelle sue comunicazioni. «Mi avvarrò della facoltà, che la legge mi accorda, di designare un'autorità delegata per l'intelligence, di mia fiducia, come prescrive la legge, che possa seguire l'operato quotidiano delle donne e degli uomini del comparto».

Bene, considerando che un po' tutte le nomine del presidente del Consiglio in teoria debbano cadere su persone di sua fiducia. La dichiarazione pa reva preludere a un cambio di passo, tanto che la domanda serpeggiante era se non fosse stato più opportuno esprimere questo intendimento quando si era ancora nell'anticamera della rottura con Renzi. Solo che oramai Conte riesce a sorprendere, espertissimo di mosse tattica com' è diventato. E l'altra sera, in un Consiglio dei ministri a tarda ora, ha nominato Piero Benassi, investito dei galloni di sottosegretario con delega all'Intelligence. Benassi ricopriva il ruolo di consigliere diplomatico del premier dal 2018, da quando Conte è entrato a Palazzo Chigi. Ha collaborato con lui su molti dossier, impegnato in prima linea anche nell'implementazione delle relazioni con la Germania intorno al difficile obiettivo del Recovery Fund. È un di plomatico di carriera dal cursus honorum indubbiamente prestigioso. Ed infatti nulla da eccepire sulla figura.

Semmai sulla dinamica, ossia che Conte ha, di fatto, scelto un profilo di sua strettissima emanazione. Ieri, poi, il presidente del Consiglio ha proceduto, come da prassi su indicazione dello stesso Benassi, alla nomina di tre vicedirettori delle agenzie d'intelligence. Così, all'Aisi è stato designato il generale dei carabinieri Carlo De Donno. All'Aise, invece, il generale della Guardia di Finanza Luigi Della Volpe e l'Ammiraglio Carlo Massa gli, quest' ultimo consigliere militare del premier. A loro verranno prossimamente assegnate le deleghe.

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