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Crisi governo, Mattarella ci liberi dalla maggioranza di Ciampolillo

Andrea Amata
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Il suk raccapricciante messo in atto al Senato ha consentito al premier Conte di ottenere una fiducia traballante con 156 sì. Tuttavia, il vero dato politico è rappresentato da un governo senza la maggioranza assoluta e che è minoranza in 10 commissioni su 14 a Palazzo Madama. Pertanto, il premier in pochette non ha la solidità politica per affrontare gli impegnativi dossier che incombono sul Paese. Le riforme propedeutiche all'accesso dei fondi del Next Generation Eu richiedono quella coesione che non può essere assicurata da un governo di minoranza che visibilizza crepe politiche destinate ad accentuarsi fino al definitivo sgretolamento. In tale scenario il futuro del Paese non può dipendere da una finta maggioranza impegnata, più che a programmare provvedimenti per debellare la crisi pandemica, a mercanteggiare il sostegno dei “volenterosi”, rallentando un percorso che dovrebbe essere votato alla rapidità senza essere ostaggio della volubilità intrinseca ai giallorossi. Al Senato ha esordito la maggioranza Ciampolillo: dal nome del senatore che ha votato, dopo la seconda chiama, ai limiti della zona Cesarini, tanto che è stato necessario interpellare la moviola parlamentare per verificare la validità del voto.

La neo maggioranza Ciampolillo sta ad indicare la precarietà di un esecutivo che ha un rapporto osmotico con l’instabilità cognitiva di figure che propugnano idee di dissenso con il senno. Il senatore Lello Ciampolillo, già espulso dai 5 stelle per non aver versato la quota dell'indennità percepita all'organo privato del Movimento, è fautore di teorie folcloristiche: dalla cannabis con proprietà curative anticovid al detergente (sapone) associato alle onde elettromagnetiche per sanare gli ulivi aggrediti dal patogeno batterico conosciuto come xilella. Un volenteroso dalle idee imbarazzanti e poco incline al concetto di responsabilità, tenendo conto anche della diffidenza manifestata sull'uso delle mascherine per proteggersi dal contagio del virus. Il premier Conte esorta la politica a dialogare con la scienza e contestualmente per sopravvivere si fa soccorrere dal voto di un Ciampolillo qualsiasi che divulga amenità cialtronesche.

Pensare che il Governo giallorosso per fronteggiare la peggiore crisi socio-economica del Paese, dal dopoguerra ad oggi, debba avvalersi del sostegno determinante degli assertori di tesi demenziali è il sintomo di un degrado istituzionale che andrebbe interrotto. Invece, pur di conservare le poltrone ci si azzarda ad infilarsi nella strettoia di un percorso instabile che rincara l’agonia del Paese.
Il Capo dello Stato non può avallare la narrazione propinata da Conte che si considera il fulcro della legislatura come se tutte le altre forze politiche fossero un corollario surrogabile e ciò spiega il paradosso di un Conte II che chiede rinforzi parlamentari per il Conte III, agitando lo spauracchio sovranista del Conte I. Sembra di assistere ad un carosello politico con il premier che si esibisce in esercizi di acrobazia logica, provocando nella platea ammutolita un'attesa ansiosa per il temerario funambolismo dialettico.

Il presidente Sergio Mattarella, da notaio delle regole istituzionali, ha potuto registrare la debolezza del governo giallorosso che è privo della maggioranza assoluta in Senato. Il Quirinale, esercitando le sue prerogative, può imprimere un processo di esplorazione delle alternative ad una maggioranza appiccicaticcia e, così, liberare il Paese dall'impasse in cui è precipitato.

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