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Conte al Colle ma l'incontro con Mattarella non risolve nulla

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Un incontro interlocutorio durato poco più di mezzora. Laconiche le valutazioni che emergono sul colloquio al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, salito al Colle per riferire al Capo dello Stato le sue valutazioni dopo la due giorni a Camera e Senato conclusasi con l’incasso della fiducia, al di sotto della maggioranza assoluta però a Palazzo Madama.

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è arrivato al Colle pochi minuti dopo le 18.30 per l’incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le auto di scorta sono entrate dall’ingresso di via della Dataria, mentre i cronisti attendevano invece in piazza del Quirinale. Il premier intorno alle 19.30 è rientrato a Palazzo Chigi.

Gli ultimi due incontri una settimana fa, subito prima e subito dopo l’annuncio del ritiro della delegazione ministeriale di Iv da parte di Matteo Renzi. Allora il Capo dello Stato aveva chieso di «uscire velocemente dall’incertezza» e tutto fa pensare che anche oggi un occhio al calendario sia stato dato, mentre a Bruxelles attendono il piano italiano per il Next generation Ue.

Oggi comunque bocche cucite sul colloquio, chiesto dal premier; ma tutto, anche la brevità del colloquio, fa pensare che il presidente Mattarella non abbia dato suggerimenti, per rispettare alla lettera il suo ruolo di arbitro super partes in questa situazione così complicata e non abbia nascosto la sua preoccupazione di fondo. Avrà ascoltato quel che Conte aveva da dire, avrà preso atto del voto, che assicura una maggioranza numerica al governo tale da non farlo cadere e da non provocare le dimissioni del premier.

Ma di certo al presidente non sarà sfuggita la fragilità della maggioranza, che deve superare sfide storiche, dalla lotta al virus alla vaccinazione di massa, dalla scrittura del piano per il recovery all’attuazione dei progetti finanziati dalla Ue. Intanto nei prossimi giorni si attende il dl ristori, oltre a nuove misure per il contrasto dell’epidemia. E per affrontare questi passaggi serve un governo che goda di una maggioranza ampia, che abbia un sostegno convinto da parte dei partiti e non si basi su arrivi raffazzonati di questo o quel senatore, rischiando di far incontrare ai provvedimenti il Vietnam invece delle felpate aule parlamentari.

Conte, inoltre, era andato a riferire anche l’esito del vertice di maggioranza e dunque la volontà di dar vita a un nuovo gruppo parlamentare proprio per superare le difficoltà alle Camere, e anche di questa volontà il Presidente non potrà che aver preso atto, rinviando dunque a una attesa, auspicabilmente non biblica, che questi intendimenti diventino realtà.

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