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Conte replica la supplica in Senato. Caccia al voto dei "volenterosi"

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Il premier Giuseppe Conte dopo la fiducia in cassata alla Camera replica al Senato, dove però i numeri sono risicati e la sopravvivenza del suo governo non è scontata. Dopo un minuto di silenzio in ricordo dell'ex dirigente comunista Emanuele Macaluso, scomparso oggi, il premier ha iniziato il suo discorso ricordando la nascita del governo rossogiallo con Pd e M5s.

"Ancora oggi, dopo più di un anno, a riguardare quei ventinove punti programmatici, ravviso che nel progetto di Paese che abbiamo condiviso e delineato insieme, seppure in circostanze e condizioni complesse, c’era visione. C’era una forte spinta ideale. C’era un chiaro investimento di fiducia", ha detto nelle sue comunicazioni nell’aula del Senato. Come ieri a Montecitorio Conte ha incredibilmente decantato l'operato del governo nella pandemia: "Primi in Occidente, siamo stati costretti a introdurre misure restrittive dei diritti della persona, seguiti poi dagli altri Paesi". Ma anche la sua maggioranza che "è riuscita a dimostrare grande responsabilità", dice il premier che va al "Senato a testa alta" e ripete l'appello disperato ai "volenterosi". Dopo il dibattito ci sarà il voto dell'aula di Palazzo Madama e allora si vedrà se la "supplica" di Conte avrà avuto l'effetto desiderato, ovvero una stampella per il governo orfano di Matteo Renzi e del drappello di Italia Viva. 

L'obiettivo di Conte è andare oltre una quota di sì alla fiducia che, al momento, si attesterebbe tra i 152 e i 155 voti, ottenuti considerando anche quelli dei senatori a vita. Un dato importante in sé - la salute di un governo dipende da un margine di maggioranza che lo metta al riparo da affanni non solo e non tanto in Aula ma anche nelle varie Commissioni, dove più spesso si rischiano incidenti, a volte dagli esiti imprevedibili - ma che va incrociato ad altri numeri, quelli di chi voterà contro la fiducia al governo, o si asterrà. Scelta, questa, che marcherà nel concreto la distinzione di Iv dopo lo strappo deciso da Renzi.

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