Al voto subito o governo di centrodestra, le opzioni sul tavolo
Quarta riunione in quattro giorni per serrare i ranghi in vista della conta in Parlamento. E per evitare che la scialuppa di salvataggio al governo Conte arrivi da chi meno te l’aspetti. Il centrodestra si rivede questa volta a Milano, nella sede della Lega in via Bellerio. I leader si trovano in presenza e in collegamento video, Udc compresa, e rivendicano compattezza «in tutte le sue componenti».
La nota congiunta finale, dopo circa due ore di confronto, parla di «ex maggioranza» che «mette in scena uno spettacolo offensivo per migliaia di italiani che soffrono per le conseguenze sanitarie ed economiche della pandemia». Il centrodestra - si chiarisce - «lavora concretamente ai contenuti» e si dice pronto «a costruire un’alternativa alla sinistra forte e capace di affrontare le difficili sfide che l’Italia si trova davanti».
Altra giornata di confronto, in attesa di conoscere l’esito del voto dei parlamentari sul tabellone di Montecitorio prima e di Palazzo Madama. Vertice convocato per le 16. Matteo Salvini, Antonio Tajani, Ignazio La Russa, Giovanni Toti arrivano alla spicciolata, in collegamento video ci sono anche Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Lorenzo Cesa.
Già prima del nuovo faccia a faccia un sospiro di sollievo per i leader, perché dall’Udc fanno sapere che «non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel centrodestra». Stesso discorso per Cambiamo!, con Toti che assicura che non ci sarà nessun transfugo, soprattutto al Senato, che andrà in soccorso del governo Conte.
Salvini indica due alternative: o il voto come via maestra o un governo di centrodestra, che sarebbe già pronto «con progetto e squadra alternativi a questa sinistra». Il leader del Carroccio si dice «disgustato» del fatto che l’Italia sia «da 10 giorni incagliata su Di Maio, Renzi, Conte e Zingaretti con a regia di Mastella: è una roba fuori dal mondo».
Gli fa eco Berlusconi, che non le manda a dire: «Mi auguro che il passaggio parlamentare di lunedì e martedì faccia definitivamente chiarezza. Se Conte ha i numeri per andare avanti, lo faccia, senza sottrarsi ancora al dovere di governare e alle urgenze del Paese». In caso contrario, «si ridia subito la parola al Capo dello Stato». C’è di più. Per la leader di Fratelli d’Italia, reduce dall’incontro dei conservatori europei organizzato da Vox, è «necessario risolvere il prima possibile questa pantomima». «Quello che noi speriamo, quello a cui il centrodestra lavora per ottenere, è che Conte non abbia di nuovo una maggioranza», sottolinea. Quindi, passa all’attacco di Luigi Di Maio, che ora definisce «costruttori» i «voltagabbana».
Nel frattempo, la coalizione annuncia il voto a favore del decreto Ristori e dello scostamento di bilancio. Ma i ragionamenti sul pallottoliere continuano. Salvini bolla come «fantasie» il fatto che dalla Lega ci sia qualcuno come Claudio Borghi che stia corteggiando gli scontenti dei Cinquestelle, ma è lo stesso leader leghista a parlare di «disagio» proprio nel M5S e anche nel Pd.
Anche Tajani gioca con i numeri e parla di 4-5 senatori pentastellati, forse anche qualcuno in più, che guarda con attenzione al centrodestra. Un pour parler, per ora, ma mai dire mai. Il mantra è che nessuno sta facendo campagna acquisti all’interno della coalizione. Piuttosto si sottolinea il malumore montante fra i giallorossi. E anche La Russa fa i conti: «Se non avessero i 161 voti al Senato o i 316 alla Camera, il Presidente della Repubblica si porrebbe il problema della possibilità che un governo, senza la maggioranza reale del Parlamento, possa governare in questa condizione, con un sostengo raccogliticcio».