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Renzi prepara il colpo di scena alla Silvio: non voterà la sfiducia

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Le premesse sono identiche. Anche in quell'autunno del 2013 Silvio Berlusconi aveva deciso che era finita l'esperienza del governo di Enrico Letta. Esattamente come oggi ha fatto Matteo Renzi con il governo di Giuseppe Conte. Poi però il 2 ottobre quando tutti davano per scontata la spallata ed Angelino Alfano era già pronto a fare la scissione dal Pdl mettendo il suo leader in minoranza, Berlusconi prese la parola per dare l'addio al governo Letta, e pronunciò parole durissime sulla attività dell'esecutivo. Concludendo così: “e quindi voteremo la fiducia al governo”. L'aula e le tribune restarono di sasso, invece l'allora premier Letta rise divertitissimo, e le telecamere lo pizzicavano mentre diceva di Silvio: “Grande!”. Ecco, martedì 19 gennaio lo scenario sarà lo stesso: il Senato della Repubblica, sia pure tutto imbavagliato dalle mascherine e distanziato. E la sorpresa non dissimile. Perché secondo ricostruzioni più che attendibili raccolte da Il Tempo, anche Renzi ripetendo le sue accuse ai deficit di questo governo, alla fine potrebbe se non votare la fiducia (questo è improbabile), dichiarare l'astensione del gruppo di Italia Viva che così manterrebbe ancora le porte aperte al governo e agli altri alleati non facendo rischiare a nessuno la pelle né mortificarsi nella caccia ai desperados dei vari gruppuscoli disposti a tutto per la poltrona.

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