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Crisi di governo, Matteo Renzi a Dritto e Rovescio: "Se non vince Conte governo diverso, elezioni nel 2023"

Giada Oricchio
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Matteo Renzi spiega l’apertura della crisi di Governo a “Dritto e Rovescio”, l’approfondimento politico di Paolo Del Debbio su Rete 4: “Se Conte ha 161 voti al Senato bene, altrimenti governo e elezioni nel 2023. Vedremo martedì chi ha fatto bene i conti”.

Matteo Renzi, il fondatore di Italia Viva, fa il punto della situazione con Del Debbio sulla crisi di Governo esplosa in piena pandemia: “Io sto chiedendo più soldi per sanità e giovani, sto chiedendo che si leggano i documenti prima di approvarli, questi non sanno nemmeno cosa scrivono. Per Di Maio non sono un interlocutore? Sono dispiaciuto ma almeno potrà tornare a occuparsi di politica estera. Da quando lui è Ministro non si parla più degli accordi  con la Cina o della Libia. Lui è quello che è andato in America e ha detto che Trump era la speranza”.

Del Debbio cerca di capire la motivazione di fondo del ritiro dei Ministri Scalfarotto, Bellanova e Bonetti: “Il 22 luglio in Parlamento e non su Facebook ho chiesto a Conte di dedicare agosto alla scrittura del recovery plan perché lì c’è la risposta ai bisogni degli italiani. Non mi ha mai risposto, a novembre ci hanno presentato un documento dove non c’erano questi punti, nemmeno i soldi per la sanità. Noi volevamo cambiare le cose e ci hanno risposto che ci davano due poltrone in più. Non è quello che vogliamo, ci hanno detto che non avevano bisogno di noi e così ci siamo dimessi. Ho chiesto che si riaprissero le scuole e non è stato fatto, abbiamo preso 461 milioni di euro e li abbiamo buttati nei banchi a rotelle. Cosa ci fanno se le scuole sono chiuse? Ci faranno l’autoscontro. Poi ho chiesto di pensare alla crisi di lavoro, i ristori sono inutili se poi non puoi ripartire. Durante la pandemia esiste ancora la democrazia? Chi dice di no, dice una bischerata. Per questo abbiamo preso decisioni libere e coraggiose. A noi non interessavano due poltrone, ma il MES, cioè i 36 miliardi per la sanità. Se loro hanno i numeri vince la democrazia parlamentare anche se avranno una maggioranza risicata, se non ce li hanno si va al Quirinale e si fa un altro Governo”.

Il giornalista di Rete4 lo incalza sui "responsabili" (una volta i trasformisti) e dunque sulla possibilità che abbia sbagliato i conti, ma Matteo Renzi si mostra molto sereno sull’esito di questa partita a scacchi con Giuseppe Conte: “Se non ci vogliono, andiamo all’opposizione. Voterò comunque a favore dei provvedimenti utili agli italiani come è stato ad esempio per il discostamento di bilancio. Noi non abbiamo fatto alcunché per rompere tutto, Conte pensava di andare in Parlamento e asfaltare Italia Viva, ma così non è. Non abbiamo difeso il seggiolone, ma l’Italia perché i soldi dell’Europa servono per le infrastrutture, l’ambiente, le grandi opere”.

Del Debbio punge: “Chi è Conte veramente? Prima faceva il maggiordomo di Salvini, poi non ha dimostrato simpatia verso di lei. Chi è?” e Renzi: "Se ha i voti lo rispetteremo. Io sono stato contento del Conte bis perché l'alternativa era dare i pieni poteri a Salvini. Tuttavia dico che i pieni poteri non vanno dati a nessuno, nemmeno a Conte. Ad esempio la questione dei servizi segreti è più importante di quanto si pensi. Io so che martedì al Senato parlerà il Presidente del Consiglio e per noi parlerà Teresa Bellanova che illustrerà i motivi del suo gesto. Il post sulla pagina Facebook di Conte? C’è chi pensa che la democrazia sia un reality show, che sia un post sui social, se a Palazzo Chigi c’è gente che passa il tempo così pazienza, preferirei si occupassero di vaccini invece di post dove mi dileggiano. Questa è la differenza tra noi e loro: noi parliamo di contenuti, loro cercano le poltrone”.

Il conduttore gli mostra una clip in cui l’ex ministro Toninelli sostiene che la “crisi è nella testa di Renzi” e il senatore toscano: “Ah beh, Toninelli è un gigante del pensiero contemporaneo, dice che faccio questo per vanità, invece chiediamo i 36 miliardi a tasso vantaggioso dell’Europa. Noi diciamo sì all’Alta Velocità, il M5S ha votato contro la Torino-Lione. Loro hanno cambiato posizione, pur di restare al Governo fanno accordi con tutti. Noi siamo quel partito che se si va d’accordo si governa, altrimenti si lascia tutto, noi siamo liberi, una parola che Toninelli non conosce”.

Infine Renzi con aria sorniona fa un pronostico sulla conta di martedì in Senato: “1 x 2. Ma le pare? Noi volevamo parlare di vaccini e questo si è messo a fare la conta dei senatori. La cosa è semplice: se ha 161 voti al Senato, governa anche se voglio vedere come, se non ci arriva, si fa un Governo diverso e si arriva al 2023. Elezioni? No, niente elezioni, si devono aprire le scuole, non le urne. Se perdo andrò all’opposizione, la politica è servizio. Al massimo abbiamo fatto una bella battaglia”. Del Debbio sbotta sulle mancate elezioni: “Ma come un’altra ammucchiatona?!” e Renzi: “Eh sì. Finché c’è una legge elettorale che non dice chiaramente chi vince, come il modello dei sindaci, si va avanti fino al 2023. La legislazione dura 5 anni”.

 

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