Gli Italiani sono nei guai ma loro litigano
Gli stressapopolo. Sono quelli che stanno mettendo a dura prova le coronarie degli italiani. Stenta a capire quello che succede in queste ore chi mastica politichese. Ma Giuseppe Conte sa bene che cosa accade e perché. È lui che ha indirizzato Matteo Renzi verso la rottura, anche se il premier conserva un’efficace macchina di comunicazione. Perché la domanda prevalente sembra essere la solita: come si fa a votare in piena pandemia? E poi il ritornello, «Conte che brava persona e Renzi è il solito bandito».
Che però alle poltrone ci ha rinunciato davvero. Manca solo un tassello perché sarà tutto più reale (e meno irrispettoso verso il popolo italiano) se Conte salirà davvero al Colle per dimettersi. Altrimenti si incepperà anche l’arsenale propagandistico del presidente del Consiglio. No, non c’è una brava persona a Palazzo Chigi. Siamo alle solite: e la pandemia – che sono stati incapaci a contrastare come prova il terribile carico di ottantamila morti in Italia - non può essere l’alibi per impedirci di avere un governo vero, serio. Che è quello che è mancato proprio nei mesi che abbiamo alle spalle.
Questa maggioranza in frantumazione ha quattro problemi. Nessuno di essi riguarda il popolo. Conte ha il problema di durare. A prescindere. E tentenna su ogni decisione. Renzi, quello di resistere al tentativo di cancellarlo da parte dei suoi «alleati» che pure ha portato al governo con il suo movimentismo. Zingaretti quello di contare per non farsi strangolare da un partito in preda alle correnti. E spara a zero proprio contro Renzi dopo averlo mandato avanti a litigare con il presidente del Consiglio. I grillini hanno più prosaicamente il problema del terzo mandato e come infilarsi in una lista del premier. In sostanza, si ricattano, si minacciano, si infuriano. Ma ottantamila morti stanno lì. Nemmeno i funerali gli hanno fatto fare e stavano tutti insieme, al governo. Gli italiani a casa e loro fanno a botte. Conte ha fatto il monarca e ora, solo ora, scopre che qualcuno della sua maggioranza si è stancato? È evidente che il premier deve rassegnare le dimissioni. E che il presidente della Repubblica, Mattarella, deve valutare che cosa può succedere in un Parlamento che non può tornare nelle braccia di Clemente Mastella.
L’inquilino del Quirinale sa bene che sarà un percorso ad ostacoli, a partire dalle commissioni di Camera e Senato. Non una parola, in queste ore, sulla fine che stanno facendo i bar e i ristoranti, i teatri, i cinema, le palestre. Sono andati al potere contro la destra e ora si scannano tra di loro. Si rinfacciano l’immobilismo e nessuno di noi è messo nella condizione di capire che diavolo di stagione ci si prospetta. Che succede agli italiani non se lo chiede nessuno. O meglio: fingono. Dicendo che comunque sarà colpa altrui. Ma davvero dobbiamo rimanere così a bagnomaria? Ottantamila morti di chi sono? Non sentite il dovere di piangerli anche a Palazzo? Macché, si arroccheranno sempre di più, alla ricerca delle formule più astruse. Conterà solo il politichese. No, non andrà tutto bene, se non per gli accumulatori di poltrone e di potere.