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Franceschini e Di Maio sperano di imbrigliare Conte

Arnaldo Magro
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La giornata pare cruciale per la tenuta del governo. Questa volta per davvero. Alle prime ore del mattino però, hanno già parlato in molti. Tutti a "posizionarsi". Da Crimi a Bellanova, da Di Maio a Zingaretti. C’è da pensare che se fossero stati altrettanto solerti al governo, nello stilare il recovery plan ad esempio, a quest’ora saremmo i primi in Europa. Anziché gli ultimi o penultimi.

Crimi si ricorda di essere ancora il capo politico del Movimento ed anziché difendere Conte, come richiesto a gran voce dalla base pentastellata, attacca Renzi. «Se Renzi ritira i ministri, basta governi con Italia Viva». Ci mancherebbe pure si rifaccia una nuova alleanza, spartendo solo nuovi incarichi con gli stessi alleati. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Dovrebbe saperlo. Anziché discutere di quel famoso documento di 180 pagine, vi sono dichiarazioni di viceministri che si candidano a mezzo stampa, per fare i ministri. Zingaretti ammonisce: «Con la crisi rischiamo di entrare in un tunnel e non sappiamo cosa succederà». Come se in quel tunnel non ci avesse già portato, questa maggioranza. Una crisi affidata alla cabala. Dove tutto può succedere. Con la certezza unica, che nessuno si fida più degli alleati. Che il Paese è immobile da mesi. Che si sta aprendo una crisi al buio causata da questa maggioranza. Che il Presidente Mattarella ha chiaramente parlato di ritardi e di un governo che doveva fare di più.

Tutti a parlare di un Conte ter, come se dare un mandato esplorativo al centrodestra fosse blasfemia. Se cercare voti in Parlamento fosse divenuta cosa desueta. Dal Colle pare non siano più così convinti che questo governo, sia capace di gestire l’emergenza. Non più in grado, con questi ministri, di gestire i 200 miliardi di euro del recovery. Pare che Renzi abbia iniziato a spingere sull’acceleratore una volta avuto l’ok dal Quirinale. Difficile possa saltare Conte, ma probabile invece venga imbrigliato con due vice premier. Che di fatto, detterebbero l’agenda di governo. Franceschini del Pd dovrebbe spuntarla su Orlando. Per i 5stelle non è trapelato alcun nome. Solo Di Maio, che non ha Conte in grande simpatia, esce in mattinata con questa dichiarazione: «Conosco bene il ruolo da vice premier. Avendolo già ricoperto in passato». Eccolo qui, il nome per i 5 stelle.
 

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